giovedì 19 marzo 2015

Le zeppole della zia Marianna





Oggi, più degli altri anni, un’invasione di zeppole!!!
Non solo le vetrine delle pasticcerie ma anche le salumerie, le panetterie, persino una pizzeria ne faceva bella mostra.
Per non parlare dell’odorino che invadeva le strade uscendo dalle finestre spalancate, complice una giornata calda e assolata.
Per non parlare infine delle immagini che si sono susseguite sul web, su i vari social a cui ogni tanto ho dato una sbirciata.
L’impressione di quest’ abbondanza magari è dipesa dal fatto che sono stata in giro tutto il giorno e magari da quelle intrusioni nel mondo virtuale e così ho avuto modo di assaporare semplicemente quello che accade regolarmente ogni anno.
No, mi son detta, io vado contro corrente!!!
Non farò le zeppole, non acquisterò le zeppole, non posterò le zeppole!!!!
Magari guarderò quelle degli altri, studierò le differenze, ne farò una raccolta, valuterò quelle da fare in una prossima occasione, ma non oggi, oggi veramente no; poi sono anche troppo stanca per mettere le mani in pasta.
Ma il confine tra propositi e azione è presto svanito aprendo la porta di casa.
Ho trovato mia madre che mi aspettava per fare le zeppole!
Ma non zeppole qualsiasi, quelle delle vetrine, quelle di cui sentivo l’odorino, quelle che sfondavano il video, ma le zeppole di zia Marianna.
Zia Marianna, la più dolce e la più buona delle mie zie, che non amava tanto mangiare ma preparava, con gli ingredienti più umili, le cose più appetitose che un palato potesse mai gustare.
Ora, quasi novantenne deponendo le armi da cuoca è diventata invece una vera buongustaia.
Tornando a mia madre, mi aspettava, e non tanto per il piacere di farle insieme, neppure perché ignara della ricetta ma perché lei non ha la mia stessa pazienza a impastare le zeppole della zia.
In questa ricetta l’impasto è fondamentale; più diventa setoso e morbido, tanto più le zeppole gonfiano in cottura, anzi rigorosamente in frittura.
Un’ impasto fatto a mano (ci ho provato con il robot:un disastro!!!), che può durare anche 20 minuti, schiacciato più volte, ripetutamente, come volessi afferrare qualcosa ma non riesci e solo quando lo senti pronto tra le mani, sostieni quella nuvola soffice, puoi smettere.



Ingredienti
8 bicchieri di acqua
7 bicchieri di farina
6 uova
1 limone
1/2 tazzina di olio di semi
1 pizzico di sale
2 bustine di vaniglia
zucchero semolato
500 ml di olio di semi
 
Portare a ebollizione l'acqua con la buccia di limone, l'olio e il sale. Raggiunto il bollore togliere la buccia di limone, versare la farina in un solo colpo e girare energicamente fino a incorporarla tutta.
Ribaltare su un piano mi marmo e battere la massa continuamente con un mattarello allargandola e piegandola più volte su se stessa fino a raffreddarla.
In una terrina battere le uova con la vaniglia e adagiarvi l'impasto.
Con le mani iniziare a incorporare un pò alla volta le uova e continuare a lavorare per sciogliere bene tutti i grumi e ottenere un impasto setoso e soffice al tatto.
Se dovesse presentarsi troppo duro aggiungere ancora un uovo.
Versare l'olio in un tegame e riscaldarlo bene. Versare l'impasto in un sac a poche con bocchetta grande a stella e procedere alla frittura, facendo scendere l'impasto direttamente nell'olio accavallando le due estremità.
Friggere fino a ottenere una doratura uniforme rigirandole dopo un paio di minuti.
Adagiarle su una gratella per scolare l'olio in eccesso e poi passarle ancora calde nello zucchero semolato.
 
 
 
Note personali
-Come tutte le ricette, anche questa ha subito degli adattamenti: si possono sostituire 3 bicchieri di acqua con tre di latte e l'olio 50 g di burro
-Ottime appena fritte: se dovessero avanzare riscaldarle per 4/5 minuti in forno caldo e ripassarle nello zucchero





 



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