Definita un
po' da tutti (me compresa) "croce e delizia", perché bersagliata (la
pizza) da infinite e variegate
aspettative,
ma comunque sempre gradita in qualsiasi modo si prepari, con qualsiasi agente
lievitante, con qualsiasi farcitura (ovviamente rispettando i gusti personali),
in teglia o su pietra, alta o sottile, croccante o morbida.
Dalla mia
esperienza personale, vi elenco in quanti modi mi sono avventurata con
quest'essere meraviglioso in tutti questi anni:
pizza con
lievito di birra -comune, fatta pochissime volte
pizza con
glutatione -scoperta nel blog di
Adriano
pizza senza
impasto -presa da un blog americano
pizza con
latticello dello yogurt -usato al posto dell'acqua
pizza con
siero innesto della mozzarella di bufala campana (cizza) -proposta 15 anni fa da mio cugino
Salvatore
idratazioni
dal 50 al 100%
lievitazioni
in frigo e a temperatura ambiente
con e senza
olio
con e senza
zuccheri
per non
parlare poi di tutti i tipi di farina usati e altri ingredienti aggiunti
all'impasto e che non ricordo più ormai.
Insomma il
motto di Stefano nel caso della pizza è quanto mai idoneo: "da quando ti
conosco non mi hai mai preparato due volte la stessa cosa". E di tempo ne è
passato da quando per la prima volta ho messo le mani in pasta per lui, e in
tutti questi anni quello che più gradisce in assoluto è questa pizza con il
lievito madre; durante tutto questo tempo, poi, si sono
aggiunti man mano altri tre giudici severi ed esigenti che ormai, insieme al
papà decretano se una mia preparazione può passare o meno.
La ricetta
più semplice, più collaudata, più gradita non potevo non presentarvela.
E' una pizza
innanzitutto digeribile, leggera, soffice, croccante fuori e molto saporita; il
giorno dopo, se ci arriva, riscaldata sembra ancora più buona.
Fondamentale
in questa ricetta è l’utilizzo della farina tipo 0, ideale sia per il pane che
per la pizza.
Non sto qui
a proporre una tabella di farine, ma descrivo solo le sostanziali
caratteristiche di questa.
Rispetto
alla 00 è una farina meno raffinata , più ricca di proteine e di conseguenza
più forte. Le proteine a contatto con l’acqua si legano tra loro e formano il
glutine, una maglia elastica che assorbe l’acqua e trattiene l’anidride
carbonica sviluppata durante la lievitazione. Per questo motivo c’è possibilità
di utilizzare più acqua ( alta idratazione) e ottenere una pizza ben alveolata,
croccante fuori e morbida dentro.
Ho notato
che con questa farina i tempi di lievitazione risultano più lunghi, ma in
compenso riesce a cuocere bene con temperature più basse, tipiche del forno
casalingo, rispetto a quello a legna che supera i 330°.
Per quanto riguarda l’acqua sono arrivata all’80%
di idratazione, per una farina 0 che presentava in tabella il 12% di proteine.
Un ottimo rapporto. Ormai che ho imparato a leggere le tabelle, mi regolo di
conseguenza: se trovo una farina che supera il 12% di proteine mi spingo ancora
oltre con l’acqua.
Ovviamente,
nella mia pizza niente olio, niente latte, niente malto né zucchero, niente
patata.
Perché per
me questa è la pizza, buona e semplice come il pane.
Elemento non
secondario né trascurabile il Lievito Madre: ottima resa se è un lievito
abbastanza maturo (almeno 1 mese di vita), rinfrescato almeno 1 volta prima
dell’utilizzo, per avere dei fermenti in azione vitali e forti.
Infine
voglio sottolineare un aspetto che non avevo ancora considerato. Ho sempre
fatto la pizza con questo procedimento che descriverò, ma mai il pane. Poi
quando il mio lettore
Luca mi ha mandato la sua ricetta io l’ho voluta replicare
fedelmente e mi sono resa conto che il rapporto acqua e farina e il
procedimento ( compreso la lievitazione in frigo) erano molto simili se non
identici alla mia pizza. Abituata da sempre al metodo di mia madre per il
pane,
che nel forno casalingo non mi da le stesse soddisfazioni del suo a legna,
penso che d’ora in poi farò anche il pane in questo modo!
Poi ho
riflettuto sulla lievitazione in frigo. La massa non aumenta di volume, sembra
che non si muova proprio, però alla basse temperature del frigo i lactobacilli
continuano la loro opera di proliferazione, rendendo il lievitato morbido, digeribile e profumato. Una volta fuori e messo a lievitare a temperatura ambiente entrano
in azione i saccaromiceti, che sono quei lieviti che gradiscono le temperature più
calde. E a questo punto abbiamo l’aumento della massa, la creazione degli
alveoli, la maglia glutinica che imprigiona l’aria che sviluppa questa
lievitazione. Qui bisogna stare attenti alla stesura in teglia della pizza: mai
col mattarello perché la sgonfierebbe, ma allargarla con le mani e se risulta
elastica (possibilità che può capitare con la 0) lasciarla lì a rilassarsi e poi riprendere a stenderla.
La cottura è
un altro passaggio fondamentale per ottenere una buona pizza. Essendo ad alta
idratazione possiamo spingerci anche oltre i 15 minuti, ma avendo l’accortezza
di posizionarla per i primi 10 minuti al secondo ripiano e poi continuando la
cottura al terzo.
L’esperienza
personale poi di ognuno di noi farà la sua parte, perché, come per il
LievitoMadre, bisogna prendere confidenza, bisogna sentire a che punto smettere di
impastare, bisogna osare ad aggiungere più acqua , insomma bisogna trattare il
nostro impasto come un essere vivente con le sue esigenze e il suo carattere
Ingredienti
500 g di
farina 0
400 ml di
acqua
150 g di
Lievito Madre
1 cucchiaino
di sale
Olio extra
vergine d’oliva
Preparazione
La sera
precedente rinfrescare il lievito madre, mettendo da parte quello che servirà
per la pizza, lasciandolo lievitare a temperatura ambiente.
Sciogliere il lievito madre con la stessa quantità di acqua, con un
frullino elettrico, finchè risulti omogeneo e senza grumi. Mettere in una
ciotola la farina, di lato, verso il bordo il cucchiaino di sale, fare la
fontana e aggiungere il lievito madre sciolto e il resto dell’acqua. Amalgamare
bene, impastando per 5 minuti circa, poi capovolge l’impasto su un ripiano
infarinato e lavorare ancora per altri 5/7 minuti. Deve risultare elastico e
incordato. Formare una palla, riporla in una ciotola di pirex o di porcellana,
coprire con la pellicola e riporre in frigo nel cassetto della verdura a lievitare per 14/16 ore. Togliere dal frigo, lasciar ambientare nella ciotola per
un oretta, poi capovolgere su un ripiano infarinato, dividere in due , formare due palle e lasciar riposare coperto 1 ora. Trasferire in due teglie rotonde
di 28 cm di diametro, precedentemente unte di olio extravergine d’oliva e stendere dal centro verso l’esterno. Se la
pasta risulta elastica, lasciarla ammorbidire e ripetere dopo 15 minuti.
Procedere così finché non si riesce a stenderla bene fino ai bordi, formando un
cornicione. A questo punto coprire e lasciarla lievitare fino al raddoppio: ci
vorranno dalle 3 alle 5 ore, dipende dalle temperature esterne.
Riscaldare
il forno alla massima temperatura, condire le pizze e cuocere prima sul ripiano
più basso, il secondo, per 10 minuti e poi passare la teglia sul terzo ripiano
controllando la cottura che deve essere uniforme sopra e sotto.