Invece la mia seconda vittoria all’Mtc mi ha fatto subito esclamare: oh nooo, questa non
ci voleva, “ mo’ nun è cosa”, facendomi
spedire immediatamente un “ve possino”
attraverso la chat ai due autori.
( Fabio e Annalù vi voglio un mondo di bene, sono felice che vi abbia colpito la mia proposta, vi ammiro per il fatto che abbiate commentato entrambi ogni ricetta quasi in tempo reale - ma siete normali voi due? e vi invito ufficialmente per assaggiare la mia cheesecake e quello che ora vedremo)
Mi aspettava
la settimana più intensa dell’anno: saggi vari e concerti del sedicenne, festa
di chiusura anno scolastico dell’ottenne, festa degli scout del diciannovenne e
infine sgoccioli della campagna elettorale del consorte a cui avevo dato
disponibilità di un aiuto. Limato qualcosa, annullato altro mi son detta: qui
mi aspetta la pizza! E confrontandomi con Alessandra Gennaro così è stato. Mi sono rappacificata pensando che il resto
del mondo potesse andare avanti anche senza di me, ma quando l’Mtc chiama, io
ci sono, ci devo essere sempre e comunque. Sento come un dovere di spremere
tutti i miei neuroni e dare il meglio di me stessa. Un “meglio” che viene
fuori, come per il babà, dall’esperienza: generazioni che ci siamo tramandate
la passione per i lievitati. E qui ho detto tutto. Si, spulcio anche qua e la
per il web; divoro articoli di giornali e riviste, ma mai sono riuscita a fare
un corso sui lievitati con tutti i crismi o acquistare libri di maestri
affermati ed esperti.
Per cui se
notate un linguaggio troppo poco tecnico, perdonatemi e se vedete delle lacune,
fatemelo notare e chiedete pure spiegazioni.
Tre ricette
differenti con metodi differenti ma con delle note comuni che vi premetto.
Farina Non
vi mando a cercare farine di grani antichi, persi e ritrovati; non vi mando in
paesi remoti dove li il grano si coltiva, si raccoglie e si porta dal mugnaio;
non vi indirizzo al CNR perché li possano misurarvi la forza della farina.
Tranquillizzatevi e usate una farina che voi ritenete adeguata, va bene una di
tipo 0,00, semintegrale, integrale o di farro. L’unico parametro da tener
presente è la percentuale di proteine, da cui dipende la formazione della
maglia glutinica e di conseguenza l’elasticità dell’impasto. Dunque non dovete
fare altro che leggere la tabella nutrizionale e cercare le proteine che nel
nostro caso devono essere l’11/12.5%, con una forza da 220 a 380 W
Di solito trovate farine di tipo 0 con questa percentuale. Le farine forti ci permettono di affrontare
lievitazioni lunghe, rendendo la pizza digeribile e buona.
Setacciare sempre le farine per
ossigenarle, anche due volte e non importa se scegliete una integrale. Se
rimangono residui nel setaccio, dopo aggiungerete semplicemente questi al resto
già setacciato.
Acqua Per
i lievitati io non uso acqua di rubinetto, perché essendo addizionata di cloro,
questo inibisce la formazione dei lieviti (il cloro è un disinfettante, cioè
distrugge esseri dannosi, ma anche quelli buoni, i nostri lieviti ovviamente)
Per cui acqua di bottiglia, oligominerale, meglio
ancora se potete attingere a una fonte
naturale!
Idratazione
Tre percentuali di acqua differenti, tenendo presente questa equazione: più
idratazione, meno tempo di impasto, più croccantezza. Per cui se vogliamo una
pizza tipo napoletana, metteremo meno acqua, lavoriamo a lungo l’impasto e
otterremo un prodotto asciutto ma soffice.
Pensate all’americano
pane senza impasto, l’idratazione sfiora il 90%, con una crosta caramellata e
croccante e una mollica soffice e alveolata.
Zuccheri
Nelle ricette non sono elencati, perché non indispensabili, infatti io non li
ho usati. Però se volete siete liberi di farlo. Malto, zucchero o miele, un
cucchiaino, aiutano la colorazione, danno quel sapore tipico di pane, o pizza
nel nostro caso, donano croccantezza al prodotto finito.
Sale
Tutti lo associamo al sapore, ma dona anche elasticità all’impasto e favorisce
le altre caratteristiche che già vi ho elencato per lo zucchero: la
croccantezza, la colorazione e l’aroma.
L’unico
accorgimento: deve essere aggiunto sempre quando l’impasto si è già formato.
Lieviti
Quando indico il lievito di birra,
parlo del lievito compresso, il panetto che solitamente in commercio troviamo
da 25 g
Per quanto
riguarda il lievito madre io uso quello solido, come molti di voi sanno,
rinfrescato almeno 24 ore prima. Per chi dispone di Li.Co.Li, basta fare le
dovute proporzioni .
Qualche
purista della pizza potrebbe contestare questa mia scelta. Il lievito madre
dona conservabilità e sofficità ai lievitati, caratteristiche che non sono
indispensabili a una pizza, ma a un pane. E poi digeribilità, ma usando
quelle piccolissime quantità di lievito di birra e una lunga lievitazione
(caratteristica comune in tutte e tre le ricette)si ottiene comunque una pizza
digeribile, leggera e gustosa.
Quindi per
me la scelta del lievito per ottenere un’ottima pizza è indifferente.
Nelle
ricette è indicato 1 g di lievito di birra, quantità che necessiterebbe un
bilancino da orefice, direbbe qualcuno voi. Tranquilli, se la vostra bilancia
da cucina pesa da 5 g in poi, allora pesate questa quantità, prelevatene la
quinta parte e il gioco è fatto. Se dovesse capitare che ne prelevaste di meno
o di più i tempi di lievitazione saranno allungati o accorciati di conseguenza,
ma consistenza e sapore non varieranno, perché comunque le quantità sono
minime.
Per chi usa il lievito di birra granulare, un cucchiaino da caffè è sufficiente per le dosi date.
Per chi usa il lievito di birra granulare, un cucchiaino da caffè è sufficiente per le dosi date.
Per darvi un’idea:
Tempi di
lievitazione Quelli indicati sono per temperature intorno ai 25°.
Ovviamente in inverno saranno più lunghi e in estate molto più brevi.
Cottura
Per ottenere una buona pizza è necessario il forno a legna. Roba da pochi
fortunati!
Si potrebbe
ovviare con un buon forno a gas o elettrico, ma questo dovrebbe superare i 300°.
Allora la
soluzione è la pietra refrattaria? mi direte voi; ma non voglio obbligare
nessuno a fare pellegrinaggi alla ricerca dell’oggetto misterioso.
Accontentiamoci
quindi dei nostri comuni forni di casa,
con l’accorgimento di riscaldarli tanto,
anche per mezz’ora dopo lo spegnimento della lucetta rossa, in modalità
statico.
Da usare però teglie o pirofile in ferro, rame,
ghisa, pietra (quelle di ultima generazione)e se in alternativa disponiamo di
padelle con queste caratteristiche, allora smontiamo pure il manico adeguandole al forno.
Mi sono
lasciata ispirare dalla ricetta del disciplinare, seguendo le stesse
proporzioni e lo stesso metodo d’impasto
Idratazione
55%
Ingredienti
450 g di
farina
250 ml di
acqua
12 g di sale
1 g di
lievito di birra
Panetto dopo 20 minuti di impasto
Misurare
l’acqua, versarla in una ciotola, prelevarne una piccola quantità in due
tazzine differenti: in una sciogliere il sale, nell’altra il lievito di birra.
Versare il
contenuto con il lievito di birra nella ciotola con l’acqua e iniziare ad
aggiungere gradualmente e lentamente la farina setacciata a parte, incorporandola
man mano all’acqua, poi finita la farina aggiungere il sale sciolto in acqua,
continuare ad amalgamare fino a
raggiungere il “punto di pasta”. Il disciplinare dice che questa fase deve
durare 10 minuti, a me è durata circa 5/6 minuti.
Ribaltare
sul piano da lavoro e lavorare 20 minuti. Non sottovalutare questo tempo: è
estremamente necessario per ottenere un impasto non appiccicoso, morbido ed elastico e una
pizza soffice e asciutta.
Piegare e
schiacciare ripetutamente, poi all’avvicinarsi dei 20 minuti l’impasto
diventerà morbido e sempre più cedevole e infine avrà un aspetto setoso.
A questo
punto riporlo in una ciotola di vetro o porcellana, coprire con pellicola e
lasciar lievitare per 2 ore.
Panetto dopo la prima lievitazione
Procedere
alla staglio a mano. Il disciplinare
consiglia di ottenere dei panetti da un peso compreso tra i 180 e 250 g che corrispondono a tre panetti da 30 cm circa di diametro o quattro panetti da 22 cm circa di diametro.
Riporli su
un telo non infarinato, perché essendo
un impasto ben incordato, non si attaccherà durante la lievitazione, e lasciar
quindi lievitare per altre 4/6 ore a una temperatura di 25°C (come previsto dal disciplinare).
Riscaldare
il forno alla massima temperatura insieme alla teglia che servirà per la cottura,
senza mai aprire lo sportello. Una volta che i panetti sono lievitati stenderne
uno alla volta su un ripiano, stavolta va bene anche il legno, spolverato con
farina di semola, senza usare il mattarello ma allargandolo con le mani,
dal centro verso il bordo e poi, come fanno i pizzaioli veri, facendolo debordare
roteandolo, in modo che avvenga un’estensione più delicata.
Prelevare lo
stampo dal forno, trasferirci il disco di pizza, senza oliare, condire e
infornare per 5 minuti al ripiano più basso, poi altri 4/5 minuti nel ripiano
più alto. (il disciplinare prevede 90 secondi di cottura in forno a legna)
Cottura solo forno
Cottura fornello-forno
C’è un secondo modo di cottura, forse
migliore rispetto al primo, perché produce immediatamente il classico cornicione alto tipico della pizza napoletana.
Scaldare il
forno come per l’altro procedimento e scaldare contemporaneamente una padella
di pietra o ghisa o comunque dal fondo spesso sul fornello della cucina, fino a vederla “fumare”. Trasferirci il disco di
pizza senza condire e lasciar cuocere per 2 minuti. Nel frattempo estrarre lo
stampo dal forno, trasferirci la pizza, condirla velocemente e lasciar cuocere in forno, nella parte più alta per 4/5 minuti e comunque finchè non risulti bella dorata.
In entrambi
i casi la pizza è perfetta quando riusciamo a piegarla a libretto
Maturazione
in frigo, lievitazione in teglia
Idratazione
65%
Consistenza:
morbida
diametro stampo 32 cm
diametro stampo 32 cm
Ingredienti
450 g di
farina
290 ml di
acqua
12 g di sale
Procedimento
Setacciare
la farina, trasferirla in ciotola, fare la fontana, aggiungere il lievito di
birra sciolto in una tazzina di acqua prelevata dal totale, il resto dell’acqua
e il sale sulla farina, verso il bordo della ciotola.
Iniziare a
incorporare man mano la farina,
intridendola con le dita e poi una volta terminato ribaltare sul piano
da lavoro e impastare per 10 minuti, piegando e ripiegando più volte,
schiacciando l’impasto senza strapparlo.
Trasferire
in una ciotola, coprire con pellicola e lasciar a temperatura ambiente per 1
ora. Trasferire poi in frigo per 8/10
ore, ma volendo anche 15/18 ore (le
farine forti ci permettono questi tempi) .
Togliere dal
frigo e lasciar a temperatura ambiente per 2 ore e comunque fino a quando l’impasto
risulti gonfio.
Ribaltare sul piano da lavoro, stendere con le mani, senza schiacciare, ma allargando l’impasto dal centro verso il bordo, infilare le mani sotto il disco di pasta fino a poggiarlo su metà avambracci e traferire in una teglia oliata.
Ribaltare sul piano da lavoro, stendere con le mani, senza schiacciare, ma allargando l’impasto dal centro verso il bordo, infilare le mani sotto il disco di pasta fino a poggiarlo su metà avambracci e traferire in una teglia oliata.
Riscaldare
il forno come vi ho indicato, condire la pizza, infornare sul ripiano centrale
e cuocere per 20 minuti. Controllare la cottura: se sotto si presenta bianca,
abbassare il ripiano, viceversa sopra.
Maturazione
in frigo, lievitazione in teglia
Idratazione
70%
Consistenza:
esterno croccante, interno morbido
per 2 teglie quadrate da 25x25
per 2 teglie quadrate da 25x25
Ingredienti
450 g di
farina
320 ml di
acqua
130 g di
lievito madre
15 g di sale
Sciogliere
con un frullino il lievito madre con 130 ml di acqua, aggiungere 130 g di
farina, incorporare velocemente e lasciar riposare per 2 ore.
Setacciare
il resto della farina, trasferirla in ciotola, fare la fontana, aggiungere il
lievito madre,il resto dell’acqua e il sale sulla farina, verso il bordo della
ciotola.
Iniziare a
incorporare man mano, intridendo con le
dita e poi una volta terminato ribaltare sul piano da lavoro e impastare per
una decina di minuti, sbattendo e piegando più volte,strech and fold .
Fare una palla,
trasferirla in ciotola, coprire con pellicola e mettere subito in frigo.
Lasciar maturare 8/10 o come vi dicevo prima anche più ore.
Togliere dal frigo e lasciar a temperatura ambiente per 2 ore e comunque fino a quando l’impasto risulti gonfio. Ribaltare sul piano da lavoro, stendere con le mani, senza schiacciare, ma allargando l’impasto dal centro verso il bordo, infilare le mani sotto il disco di pasta fino a poggiarlo su metà avambracci e traferire in una teglia oliata.
Togliere dal frigo e lasciar a temperatura ambiente per 2 ore e comunque fino a quando l’impasto risulti gonfio. Ribaltare sul piano da lavoro, stendere con le mani, senza schiacciare, ma allargando l’impasto dal centro verso il bordo, infilare le mani sotto il disco di pasta fino a poggiarlo su metà avambracci e traferire in una teglia oliata.
Riscaldare
il forno come vi ho indicato, condire la pizza, infornare sul ripiano centrale
e cuocere per 20 minuti circa. Controllare la cottura: se sotto si presenta bianca,
abbassare il ripiano, viceversa alzarlo.
Ora tutti a leggere il post di Alessandra per il regolamento di questo mese, sul sito dell' Mtchallenge
E buona pizza a tutti con la sfida n 58