Una vita che corre con una frenesia incontrollabile.
Pensieri, carte, armadi, scelte da
sistemare continuamente.
Passioni che un tempo mi travolgevano e
catturavano ogni mia attenzione, ora fanno fatica a mantenersi a galla.
Tante volte vorrei fermarmi.
Vorrei uscire dalla blogosfera.
Vorrei chiudere quest’angolino che ho
sempre sentito come una finestra da dove rubare quella boccata d’ossigeno, ma
che ora sempre più spesso risulta gravoso quanto un dovere che ti hanno
appioppato addosso.
Ma poi mi dico tieni duro, non mollare,
qui ci sono delle belle amicizie, nel momento che meno te lo aspetti senti il
calore di persone sincere e appassionate pronte a farti sentire parte di una
grande famiglia.
E poi c’è chi arriva qui in attesa di una
novità, un consiglio, un trucco.
C’è chi aspetta una nuova ricetta
C’è chi mi sente membro di quella grande
famiglia più di quanto lo senta io stessa.
L’Mtc è uno di quei pochi motivi che mi
fa tenere duro, e proprio questo mese, proprio con Flavia non potevo mancare.
Lei per me tutti questi anni è stata un grande esempio: partecipazione ininterrotta
per 45 edizioni a questa bella sfida del web, membro della redazione, parte
attiva di discussioni, moderatrice e punto fermo nel far rispettare le regole.
Instancabile appassionata, competente,
creativa.
Mi avevano incantata i suoi baci
nuziali, non voglio essere retorica e scontata, ma quando vidi questa sua
creazione ero certa che avrebbe vinto: non poteva passare inosservata, vista la
complessità, la bellezza e l’equilibrio, tutti racchiusi in un cioccolatino.
Poi per la sfida 46 ci propone la brisée di Roux.
Io sono il tipo che non faccio mai le
ricette di…. Magari prendo ispirazione, rubo l’idea, ma deve esserci qualcosa
di solo mio, devo personalizzarlo, riadattarlo a quello che è il mio gusto
personale, a ciò che sento a me più congeniale. Mai fatta una marmellata di….
Un bignè di….Una brioche di….
Come la crema pasticcera salata che uso
ora. Tempo fa lessi la ricetta di Montersino, mi proposi di rifarla e
ovviamente a libro chiuso sono andata un po’ a istinto, Poi mi sono resa conto
che lui aggiunge le uova da sole, io le ho incorporate a panna e latte, un po’
come i suoi stessi principi quando dice che per amalgamare due elementi diversi
uno dei due bisogna renderlo quanto più simile all’altro.
Ma torniamo a Roux e alla sua brisée.
Non conoscevo né l’uno né l’altra e ci voleva proprio una sfida dell’Mtc e ci
voleva proprio Flavia per avere questa opportunità!!! Si perché con la sfida si
è “costretti” in un certo senso a rifare la stessa ricetta di base, con piccole
variazioni che sono stabilite ogni volta dal regolamento, ma felice me per
questa costrizione. Una pasta favolosa, lavorabile come la plastilina, io che
stendo frolle e brisée sempre tra due fogli di carta da forno ero un bel po’
scettica riguardo l’elasticità. E mi son dovuta ricredere in un attimo! Il
tempo di lavorarla.
Unico neo nella mia ricetta, credo che
avrei dovuto fare la doppia cottura per la presenza della crema pasticcera.
Esternamente si presenta ben cotta, ma dentro l’umido della crema ha
compromesso un po’ la friabilità. Ma comunque e nonostante questo ho ottenuto
una tarte eccezionale.
Si è sformata senza problemi, si taglia
senza screpolarsi, non si sfalda e non si sbriciola.
Come potevo non provarci anche stavolta?
Come potevo non rispondere all’appello anche questo mese?
No l’Mtc s’adda fare, una volta al mese,
sempre, come Flavia!
Pasta brisée di Michel Roux
250 g di farina
150 g di burro, tagliato a pezzettini e leggermente ammorbidito
1 cucchiaino di sale
Un pizzico di zucchero
1 uovo
1 cucchiaio di latte freddo
Versare la farina a fontana sul piano di lavoro. Mettere al centro il
burro, il sale, lo zucchero e l’uovo, poi mescolarli e lavorarli con la punta
delle dita.
Incorporare piano piano la farina, lavorando delicatamente l’impasto
finché assume una consistenza grumosa.
Aggiungere il latte e incorporarlo delicatamente con la punta delle
dita finché l’impasto comincia a stare
insieme.
Spingere lontano l’impasto con il palmo della mano, lavorando di polso,
per 4 o 5 volte, finché è liscio. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola
e metterla in frigo fino all’uso.
La Pasta Brisée si conserva benissimo in un contenitore a chiusura
ermetica, per una settimana in frigo e fino a tre mesi in freezer
Per il ripieno
Crema pasticcera salata
100 g di Blue Stilton
3 mele annurche
30 g di noci sgusciate
Per completare
Zucchero di canna
Pepe
Burro
Per la crema pasticcera salata
250 ml di latte
100 ml di panna fresca
30 g di parmigiano stagionato
15 g di farina di riso
3 tuorli d’uova
1 pizzico di sale
1 pizzico di pepe
30 g di burro
Amalgamare la panna al latte, tenerne da parte 100 ml circa e la parte
restante metterla scaldare a fuoco dolce. In quella tenuta da parte aggiungere
il parmigiano, i tuorli, la farina di riso il sale e il pepe e amalgamare con
una frusta, aggiungerla poi a quella sul fuoco ai primi accenni di bollore,
continuando a girare con le fruste fino ad ottenere una consistenza cremosa.
Spegnere, incorporare il burro e lasciar intiepidire.
Componiamo la tarte
Infarinare leggermente il piano di lavoro (meglio se di marmo) e il
mattarello. Stendere la pasta con colpi leggeri e pressione regolare,
ruotandola di 90° e girandola di tanto in tanto, per evitare che attacchi e facilitare
l’aerazione. Continuare così fino a ottenere le dimensioni e la forma
desiderate.
Usare il mattarello stesso per misurare la tortiera. Stendere l’impasto
con un diametro di 5-7 cm superiore a quello della tortiera, in base
all’altezza. Sollevare la pasta sul mattarello e srotolarla sullo stampo, dal diametro di 28 cm.
Versare la crema pasticcera salata, il blue stilton sbriciolato, le
noci sminuzzate e infine le fettine di mela sistemate a raggiera. Completare
con una spolverata di pepe, un cucchiaio di zucchero di canna e infine un filo
di burro fuso.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti. Spegnere lasciar intiepidire per una mezz'ora e sformare.