lunedì 30 aprile 2012

Mediterraneo in Trappola: prima puntata


La storia che sto per raccontarvi non appartiene a me né agli altri protagonisti. Questa storia come ogni altra bella storia è di chi la legge, la fa sua e la racconta ad altri. Questa storia è la storia di un grande sogno che, come le migliori storie è incominciata e non si è compiuta.
Questa è la storia che racconta un incontro avvenuto tra due persone che per anni pur abitando a poche centinaia di metri non si sono mai(quasi)incontrate.
E’ la storia di due persone cercatori ed esploratori di tradizioni, di gusti, di folklore e abitudini della gente di appartenenza.
E’ la storia dell’incontro tra me e Pasquale del blog I Sapori del Mediterraneo.
L’intenzione di incontrarci era latente in entrambi già da parecchio, ma durante i giorni di Pasqua è partita in me quella caparbietà di organizzarci a tutti i costi. Perché proprio Pasqua? Perché lui pubblicava dei post che man mano avrei voluto fare uguali anche io, ma che per una serie di eventi che non sto qui a raccontare sono stata impossibilitata. Erano le tradizioni di casa mia, erano le cose che mi aveva insegnato la mia cara nonna, era tutto ciò che per anni si era messo puntualmente sulla nostra tavola di Pasqua, ma quest’anno no! Ed arrivato lui, così familiare, così vicino, a ricordarmi di non spezzare quelle tradizioni sacrosante per la mia famiglia. No, mi sono detta, questa persona è da conoscere, deve venire fuori dal web, deve venire a casa mia!  
Il mio primo incontro con Pasquale risale ad appena 15 giorni fa. E’ entrato e mi è sembrato di rivedere l’amico caro e fidato che conoscevo da sempre. Approccio: gli ho pestato un piede e la sensazione di avere il suo piede sotto il mio me la sono portata dietro per l’intero giorno. Poi si è iniziato a parlare senza  essere convenzionali , con una disinvoltura tipica di due persone che si conoscevano da sempre e che riprendevano un discorso interrotto ma da continuare. Subito ci siamo messi alla ricerca di qualcosa in comune, ed è venuto fuori  che le nostre rispettive mamme hanno lo stesso cognome: una parentela lontana sì, ma discendenti dalla stessa “razza”, con un DNA comune, e con una verve tipica di cotanto cognome.
Poi l’invito da parte mia, a pranzo da me, per la domenica successiva. Invito accolto da Pasquale e dalla sua deliziosa moglie con gioia autentica.
Ma non è finita con lui: il sabato, il giorno precedente al pranzo, arriva a casa mia, insieme a Pasquale, Franco Russo, l’amico poeta, colui che ha pubblicato delle poesie sul blog di Pasquale, e  una delle quali mi toccò tanto da vicino che mi ha dato la possibilità di entrare in contatto anche con questa nuova persona.
E’ arrivato con il chingo, la terracotta sulla quale fino a cinquant’anni fa si cuoceva il migliaccio, quella focaccia di mais che ha sfamato i contadini delle nostre terre.
Anche con Franco l’impatto è stato quello di rivedere un vecchio caro amico.
Abbiamo trascorso una piacevolissima ora chiacchierando e sorseggiando del gradito thè verde. Si è parlato di ricordi, di valori, di piatti che stanno rischiando di scomparire, di spiritualità, di se stessi.
Il nostro incontro rispecchia perfettamente una poesia che ho preso dal suo libro “E’ tempo di correre ai ripari”:

Calore Antico
Scavi spesso tra le ragnatele,
invecchiate dal tempo che nasconde
i passi di un progresso tanto attuale
che già vetusto sembra all’indomani,
tanto non s’accorge quanto corre,
negandoti il respiro di un momento
che aiuti non soltanto a riposare,
ma dietro sguardi spiega la memoria,
troppo occupata solo per istanti
che invadono la vita tuo malgrado.

Allora guardi indietro e vai lontano
Negli anni, quelli andati dell’infanzia,
fatta di sogni, giochi ed avventure,
quei semplici ingredienti amalgamati
da mani ruvide, sapienti, tanto amiche,
maestre appassionate, dure sentinelle
di atavici tabù, divieti e marachelle.
Certo non scordi quei momenti amari,
avari di ricchezze e tavole imbandite,
non alla moda i dignitosi stracci,
scarpe sfondate, con toppe e senza lacci.

Ma quel che serbo in cuore volentieri
È quell’incontro amato e mai scordato,
al focolare acceso e circondato
dai familiari affetti lì riuniti,
attento con l’udito ad ascoltare
antichi fatti e semplici novelle
finché poteano gli occhi già socchiusi
sulle ginocchia stanche della madre,
piegato il capo, accarezzato a lungo
dal tenero calore delle sue mani.
(Franco Russo)                       

Ci siamo salutati con l’intenzione di rincontrarci al più presto.

Domenica inizia per me il giorno tanto aspettato. Non resisto nel letto, mi alzo alle 5.
Tutto già meticolosamente organizzato:  la spesa fatta il giorno prima; piatti, bicchieri e posate tirati a lucido e come sentinelle messi lì tutti allineati; tovaglia e tovaglioli di fiandra freschi di stiro. Non ci dovrebbe essere nulla da preoccuparmi, infatti con molta serenità inizio le mie preparazioni, rispettando quella scaletta mentale che già da giorni era chiara in me. Inizio pulendo e sbollentando le verdure, preparo la frutta, poi le basi e le marinate, poi è il momento del dolce. Ok tutto fatto, si deve procedere solo con le cotture, mi posso fermare, sono le 10 quindi è il momento di una doccia, un trucco leggero,  i vestiti puliti e di nuovo il mio inseparabile grembiulone. Il tempo di ritornare in cucina che sento il citofono: eccoli sono arrivati insieme alle loro due bimbe e a un bustone dove fa capolino il manico di quella padella di alluminio che ho avuto il piacere di vedere in ogni suo post. E come dalla borsa di Mary Poppins, oltre la padella, vengono fuori fumetto, Carnaroli, prezzemolo fresco e una deliziosa crema di scampi che annuso cadendoci quasi con il naso dentro: che bella sorpresa quel risotto che si intrufola nel mio menù studiato tanto dettagliatamente.


 E’ ora di metterci a l'opera: do il grembiule a Pasquale e gli chiedo di preparare il sugo di uno dei miei primi, mentre io procedo con gli antipasti e accendo il forno per il secondo. Di nuovo il citofono, arriva il mio secondo invitato insieme alla sua dolce moglie: è il  mio caro cugino Antimo, amante anch’egli della cucina e del buon mangiare; grembiule anche per lui.
Le nostre metà preparano la tavola:


e noi tre come un vecchio team di cuochi affiatati ci destreggiamo tra fornelli e  forni, tra taglieri e coltelli, tra pentole e padelle.







Solo a loro non abbiamo affidato alcun compito,ed erano lì in attesa trepidante


Però un altro po' di pazienza, è tutto pronto, tra poco metteremo in tavola, e ne avrete per riempirvi i pancini con tanti bei manicaretti.Però questi ve li racconterò la prossima puntata.......















giovedì 26 aprile 2012

Torta cocco,yogurt e cioccolato


Una torta veloce e semplice da preparare, ma non tanto leggera per la presenza del cocco e del cioccolato e adatta forse a un clima più autunnale. Ma che ci posso fare, quando mi metto un’idea in testa non seguo né stagioni né mode. E’ un periodo che sto producendo tanto yogurt e mi è capitato ultimamente di averlo dimenticato e anziché toglierlo dalla yogurtiera dopo le canoniche 7/8 ore ne sono passate ben 12. Risultato: uno yogurt molto compatto, senza siero ma molto acido, impossibile da mangiare. Poiché nel mio vocabolario non esiste il termine buttare, ma solo recuperare e riciclare ho pensato subito di utilizzarlo in un dolce. La classica torta dei 7 vasetti non mi andava proprio perché troppo poco lo yogurt da utilizzare, mentre io ne avevo a disposizione poco meno di 1 kg. Allora ho pensato di abbinarci anche il cocco che assorbe più liquidi rispetto alla farina e permettendomi quindi di abbondare con lo yogurt, ma per me come conseguenza dovevo per forza abbinarci anche il cioccolato che trovo siano un binomio perfetto.

Quindi partendo dalla 7 vasetti ,facendo una serie di modifiche, sono arrivata a queste dosi che non mi hanno per niente delusa.
Ingredienti

420g di yogurt
200 g di cocco a scaglie
330 g di zucchero
250 g di farina 
100 g di cioccolato fondente
5 uova
1 pizzico di sale
lievito per dolci
1 cucchiaino di bicarbonato
Glassa
100 g cioccolato fondente
50 g di burro
50g di latte
Guarnizione
50 g di cocco a scaglie



In una ciotola montare con le fruste elettriche i tuorli con lo zucchero fino a ottenere una crema chiara e spumosa. Aggiungere alternativamente lo yogurt, la farina , il cocco e il cioccolato tritato finemente. Alla fine unire il lievito e il bicarbonato setacciati insieme. A questo punto aggiungere gli albumi montati a neve con un pizzico di sale, con un movimento delicato per non smontarli. Versare l’impasto in una tortiera a cerniera di 25 cm di diametro precedentemente imburrata e cuocere in forno preriscaldato a 170° per 50 minuti.
Una volta cotto lasciare in forno spento per altri 10 minuti, poi sformare e far raffreddare. Nel frattempo preparare la glassa. Far fondere in un pentolino a fuoco dolcissimo il cioccolato spezzettato, il burro e il latte. Quando si è intiepidita versare sulla torta e spalmare con un coltello a lama liscia la superficie e i bordi. Cospargere infine sulla glassa il cocco a scaglie.


Dell'acidità dello yogurt non se n'è vista più traccia!



E per una versione pic-nic avvolte singolarmente in carta paglia, dandole una veste primaverile questa versione cotta in piccoli stampini da plume cake














martedì 24 aprile 2012

Premio blog affidabile



Sono 7 mesi che ho dato vita al mio blog,misurandomi con un'esperienza più grande di me, per i tanti impegni che ho nella vita, che mi sottraggono del tempo per dare cure e attenzioni a questa creatura virtuale.Nonostante  io non gli dedichi il tempo che merita,comunque ha ricevuto i suoi meritati premi. Però questi spesso mi hanno fatto sentire in difficoltà  nel momento in cui dovevo menzionare altri blog a cui girarli: mi sembrava di fare un torto a chi dovevo escludere, per cui li ho sempre accettati con gioia, ringraziato e girati idealmente a tutti i miei amici,sostenitori o semplici lettori.

Ora il mio amico Guerino del blog Auriemma's Kitchen,che ringrazio con affetto, mi ha passato il premio Il Blog Affidabile.Lo scopo di questo premio è quello di aiutare dal basso il lavoro dei molti italiani che aggiornano con passione, dedizione e costanza il loro diario on line, ma che non sempre sono noti al grande pubblico,
Il blog che riceve il premio si distingue per queste caratteristiche:
1) E' aggiornato regolarmente
2) Mostra la passione autentica del blogger per l'argomento di cui scrive
3) Favorisce la condivisione e la partecipazione attiva dei lettori
4) Offre contenuti e informazioni utili e originali
5) Non è farcito di troppa pubblicità
Quindi i blog seguenti da me scelti rispettano le 5 regole del premio Il Blog Affidabile,disponibile a questa pagina.
Sono pertanto una risorsa utile per gli utenti della rete e meritevoli di essere conosciuti da un pubblico più ampio:
- Stefano - A Pippa Cecata
- Pasquale - I Sapori del Mediterraneo 
- Gunther - Papille Vagabonde
- Cinzia - Al Caffè de la Paix
- Tiziana- Bimbi a Tavola
Auguro a questi miei amici ( tra cui c'è anche il maritino) di percorrere una lunga strada.
A presto,nell'attesa di un post-sorpresa in fase di elaborazione.

mercoledì 18 aprile 2012

Meravigliosa Paestum

Le Strade della Mozzarella


Ieri mattina, appena sveglia apro la posta elettronica: c'è il comunicato dei vincitori del contest MSC Crociere e Le Strade della mozzarella a cui ho partecipato con Il cannolo Napoletano. Leggo veloce alla ricerca del mio nome e sorpresa grande per me quel nome c'era. Wow! Retorico dire che non me l'aspettavo, però: non me l'aspettavo!!!
Oltre il soggiorno gratuito nell'incantevole Paestum, oltre i laboratori a cui c'è possibilità di partecipare, veramente il regalo più grande è la possibilità di incontrare:
Meggy di Basilico,Malva & Cerfoglio con




 Gaia di Pane e Acqua di Rose con

crema di pomodoro con mousse di bufala



Shamira di Lovely Cake con




Fujico di La ricetta della felicità con
Ravioli fusion

ravioli



Patrizia di Aroma di Casa con
Gelato alla mozzarella di bufala con confettura e canditi di pomodori e daquoise alle mandorle





Tania di Speck and the City con
Paccheri impanati ripieni di bufala





Stefania di BigShade con
Ravioli di patate e bufala su crema di cime di rapa





Caris di Coohing Planner con
Filetto di orata su crema di mozzarella di bufala e spinaci, con infuso di limone





E infine il mio Cannolo Napoletano




Ragazze non vedo l'ora di abbracciarvi una ad una! Siete la vittoria più grande per me.Al 7 Maggio!!!

lunedì 9 aprile 2012

Torta delle rose rustica

In partenza avevo l’idea di preparare il tortano napoletano, però per accontentare magari l’unico che ogni volta mi pone delle  difficoltà riguardo certi ingredienti( sugna, pepe, uova sode ), ne è venuta fuori questa versione più alleggerita, per cui visto che la sostanza non era più quella, ne ho cambiato anche la forma creando questa torta rustica con dei risultati che mi hanno dato molte soddisfazioni .
Ideale per questo giorno di pasquetta, che anche se non si esce magari si ha voglia di mangiare qualcosa di sfizioso tipico di un pic nic. Poi se si esce, diciamoci la verità, il pic nic non si fa più, almeno dalle mie parti: oggi è di moda andare in agriturismo.




Ingredienti

1Kg di farina 00
300 ml di acqua
200 ml di latte
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
1 cubetto di lievito di birra
200 g di prosciutto cotto
200 g di salame napoletano
200 g di provolone piccante
1 uovo



Preparazione

Riscaldare il latte, aggiungere lo zucchero e scioglierci il lievito di birra. Su una spianatoia mettere la farina, fare la fontana e iniziare a impastare aggiungendo l’acqua e il latte con il lievito, per ultimo il sale. Lavorare l’impasto per una decina di minuti, dividerlo in quattro pezzi uguali e far lievitare per 1 ora.
A questo punto stendere i pezzi in sfoglie rettangolari, distribuirci sopra i salumi e il formaggio uniformemente, arrotolarli per il lungo e tagliare delle spirali di 4/5 cm. Sistemarle verticalmente in due teglie imburrate, lasciando spazio tra un pezzo e l’altro. Lasciar lievitare per 3 ore coperto. Sbattere l’uovo, aggiungere un goccio di acqua e spennellare le rose. Cuocere in forno a 180° per 45/50 minuti





venerdì 6 aprile 2012

Un Cristo senza croce, una croce senza Cristo


Amico, io vado in cerca di una croce.
Vedi, ho un Cristo senza croce,
l'ho acquistato presso un antiquario.
Mutilato e bellissimo. Ma non ha croce.
Per questo mi si è affacciata un'idea.
Forse tu hai una croce senza Cristo.
Quella che tu solo conosci.
Tutti e due siete incompleti.
Il mio Cristo non riposa perché gli manca una croce.
Tu non sopporti la croce, perché le manca Cristo.
Un Cristo senza croce, una croce senza Cristo.
Ecco la soluzione: perché non li uniamo e li completiamo?
Perché non dai la tua croce vuota a Cristo?
Ci guadagneremo tutt'e due. Vedrai.

Tu hai una croce solitaria, vuota, gelata, paurosa, senza senso:
una croce senza Cristo.
Ti capisco: soffrire è illogico.
Non comprendo come hai potuto sopportare così a lungo.
Una croce priva di Cristo è una tortura,
il principio logico della disperazione.
Hai il rimedio tra le mani. Non soffrire più solo.
Su, dammi questa croce vuota e solitaria. Dammela.
Ti darò in cambio questo Cristo mutilato,
senza riposo, né croce.
La tua croce non è più solamente tua;
è anche e nello stesso tempo la croce di Cristo.
Su, prendi la tua croce, amico; la tua croce con Cristo.
Non sarai più solo a soffrire.
La porterete in due, il che vuol dire dividerne il peso.
E finirai per abbracciare e amare la tua croce,
una volta che Cristo sarà in essa.

martedì 3 aprile 2012

Focaccine alle puntarelle con salsa agrodolce

Un anno fa al concorso il Piatto Verde, la mia amica Monica Ambrogi presentò delle deliziose focaccine alla borraggine. Questa ricetta mi è rimasta nel cuore: la replicai al ritorno da Riolo uguale come quella di Monica e mi riuscì perfettamente. Poi avendo dimenticato il cd-rom in chissà quale angolo misterioso, ne ho avuto nostalgia per un anno intero, insieme a un grande rammarico per non averlo copiato sul pc.
 Poi uno di questi giorni mi si è accesa la lampadina e ovviamente ricordai di averlo conservato in un posto dove non doveva proprio starci. Infatti tante volte quando in casa non riusciamo a trovare qualcosa io arrivo tutta rassicurante e pronuncio la solita frase: stai tranquillo uno di questi giorni salterà fuori dal posto più impensabile! Ora sto attendendo un ‘ altro di questi momenti: ho perso la mia cara e inseparabile macchina fotografica. Mi sento un po’ angosciata perché conteneva parecchie foto non ancora scaricate e se non la trovo più? Come faccio? Mi perdo quei meravigliosi sorrisi dei miei figli? Poi c’erano foto di ricette non ancora scritte e che magari non sarei in grado di rifare se non le rivedo! Però continuo ad andare avanti, prima o poi salterà fuori, tanto la casa non è in grado di ingoiare degli oggetti. Nel frattempo me l’ha prestata mio cugino, il quale anche lui come me ha la passione della cucina; prepara, impasta, inforna, sforna ma non fotografa: chissà se un giorno riuscirò a fargli aprire un blog!
Ritornando alle focaccine di Monica, stavolta mi sono venute diverse dalla prima, che feci ricordandomi passo passo di  tutta la sua procedura: per questioni di tempo, trovandoci in un concorso, lei usò la farina autolievitante e le impastò a mano: morbidissime e goduriose.
Invece ora io ho seguito la ricetta ufficiale, con la differenza di averle impastate nel mio secondo inseparabile oggetto : il robot da cucina, il mio Ken. Sono risultate ugualmente buone, ma croccanti e un po’ brunite. Poi ho sostituito la borraggine con le puntarelle romane che si abbinano perfettamente con la salsa agrodolce. Vediamo un po’ come fare.

Ingredienti

Per le focaccine:
300g di farina 00
200g di manitoba
100 ml di acqua
100 g di panna
200 g di olio
1 cubetto di lievito
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
150 g di puntarelle
Per la salsa
250 ml di passata di pomodoro
            home made
2 cucchiai di aceto
             home made
1 spicchio di aglio
½ peperoncino
1 acciuga diliscata
1 cucchiaio di zucchero

Preparazione
Mettere nel robot da cucina le due farine, il lievito sciolto nell’acqua con lo zucchero, la panna e l’olio. Impastare per un decina di minuti e alla fine aggiungere il sale e le puntarelle precedentemente lessate e sminuzzate finemente.
Trasferire l’impasto in una ciotola e far lievitare fino al raddoppio. Capovolgere su un ripiano infarinato appiattire prima con le mani e poi stendere con un mattarello per dare uniformità alla sfoglia e procedere quindi con un coppapasta a formare delle focaccine, farle quindi lievitare ancora per un ora.



Nel frattempo preparare la salsa. Versare in un tegame la passata(che ho anche frullata, perché quella fatta in casa è più grossolana), aggiungere aglio, peperoncino, zucchero e acciuga, far cuocere per 10 minuti , spegnere e aggiungere l’aceto. Trasferire in una salsiera e usare fredda.
Quando le focaccine saranno lievitate, cuocere in forno preriscaldato a 200° per 15 minuti.


 Servire accompagnandole con la salsa agrodolce



Queste sono state il mio pranzo, concluso con una insalata preparata con le puntarelle avanzate,
condite con una vinaigrette fatta con olio, aceto, acciuga, una puntina di aglio e un pizzichino di peperoncino.




Un accorgimento per le puntarelle. Dopo averle mondate e lavate tenerle a bagno in acqua ghiacciata: i germogli si arricciano, diventano croccanti  e perdono un po’ dell’amaro che le caratterizzano.







Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...