La cucina degli scarti è stato sempre un tema a me molto caro anche se qui non l'ho mai affrontato.
E' la solitudine e la lentezza di questi giorni che mi permettono di vedere la routine con occhi diversi e apprezzarne il significato.
Tante cose si fanno in maniera automatica, perché consolidate nel tempo.
Magari cose che sono insegnamenti preziosi ricevuti in eredità da tempi immemori.
Mi spiego meglio.
Quando ero piccola ero affascinata da mia nonna per come faceva diventare lo scarto una risorsa.
Infilzava le bucce di melone giallo con un ago da lana su un lungo spago e le faceva essiccare al sole.
D'inverno poi le faceva cuocere nella pignata di terracotta, nel camino, le sciacquava e le saltava in padella con olio, aglio, peperoncino e tanto pomodoro. Una bontà rustica e corroborante!
In primavera invece appena arrivavano i primi cipollotti subito sulla tavola facevano bella mostra frittate profumate. Certamente non con il bulbo, quello lo metteva crudo nelle insalate, ma con i gambi, la parte verde.
Invece i gambi di carciofo dopo averli pelati li riduceva a pezzi e li accomodava al centro, tra i petali, per cuocere poi tutto insieme.
Così per altre preparazioni che ora non ricordo ma che la lentezza di questi giorni mi permetterà di continuare a richiamare alla memoria e a darmi la consapevolezza che quello che mi viene da fare in automatico in cucina certamente non è un dono speciale ma l'aver osservato e "respirato" certi modi di fare che ho custodito e poi attualizzato.
Per cui, per me lo scarto non è stato mai scarto: gambi di prezzemolo per gustosi soffritti; foglie di broccoli per polpette vegetariane (dove metto sempre anche la crosta del pane); bucce di melanzane ridotte a julienne e fritte per decorare uno stracotto; barba di finocchio per dei gustosi primi con la salsiccia; poi nei minestroni secondo la stagione: baccelli di piselli, gambi e foglie di cavolfiore, ciuffi di carota (che non ho mai pelato ma pulite con apposita spazzolina).
E quando preparo la pasta con il broccolo pugliese pensavate che usassi solo le cime? Tutto il broccolo, compreso torsolo e foglie.
Ingredienti per 4
350 g di farfalle integrali
400/450 g di broccoli pugliesi
gambi di prezzemolo
gambi di cipollotto novello
scorza di parmigiano
4/5 pomodorini datterini
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
peperoncino
sale
Preparazione
Pulire il broccolo eliminando le foglie, dividerlo in cimette e tenerle da parte.
Ridurre il torsolo a dadini pelando eventualmente le parti più dure.
In un tegame scaldare l'olio, aggiungere il peperoncino,i gambi di prezzemolo e di cipollotto( tenerne un po' da parte) e far soffriggere dolcemente.
Aggiungere i dadini di broccolo e le foglie, la scorza di parmigiano e mezzo bicchiere di acqua. Salare,incoperchiare e lasciar stufare una ventina di minuti.Trasferire in un mixer(eccetto la scorza di parmigiano) e frullare. Nello stesso tegame aggiungere le cimette di broccolo e far cuocere una decina di minuti.
Nel frattempo cuocere la pasta.
Aggiungere al broccolo la crema, i datterini tagliati in quattro e il restante gambo di cipollotto a julienne. Scolare la pasta al dente, trasferirla nel tegame e mantecare a fuoco vivace per un paio di minuti.
Lasciar riposare e servire.
Secondo i gusti personali si può completare con una spolverata di pecorino o di parmigiano; con dei pinoli tostati; nel sugo ci stanno bene delle olive nere o se si ha a disposizione una striscetta di cotica di speck.
La normalità della saggezza familiare qui diventa poesia
RispondiEliminaMi sa che mia nonna era della stessa "razza" della tua. Bentornata, cara e, come sempre, con un piatto saporito ed invitante
RispondiEliminaLeggerti è sentirsi a casa. Grazie!
RispondiEliminamagari ce l'avessi qui, l'Antonietta :)
EliminaOttima ricetta!
RispondiEliminaIo adoro la pasta con i broccoli :-) e la cremina la rende sicuramente ancora più gustosa. Complimenti
RispondiEliminaSai che questa ricetta mi ha fatto venire in mente la famosa minestra maritata con cui avevi vinto la tua prima sfida? c'è lo stesso amore per il cibo, quello che, come giustamente dici tu, ha bisogno di lentezza, per tributare rispetto alle cose, ai prodotti, alla natura, alle stagioni, al sole e alla pioggia, ai gesti di una volta che si riattualizzano nelle preparazioni antiche e che arrivano anche a questo piatto che, lasciamelo dire, è il riscatto dello scarto, da tanto è opulento, goloso, trionfale. Hai centrato in pieno la sfida, prendendo la mira con il cuore- e non poteva essere altrimenti. Bravissima!
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