giovedì 25 giugno 2015

Buns di farro con burger di fagioli mung


L'avrei chiamato così:
Buns di farro con green gram burger, filangè di verza, maionese di soia allo yogurt greco e caramello salato alla birra con contorno di anelli di cipolla in tempura.
Decisamente troooppooo lungooo.
E quanto ho sofferto per sintetizzare il titolo al minimo, accompagnato dalla consapevolezza di non riuscire a rendere l'idea di quello che c'era dentro, tutto creato nei minimi dettagli per ritornare degnamente all'Mtc dopo un mese di pausa, il n 49 per la precisione, per Arianna la vincitrice della sfida n 48, la sfida che ha visto a sua volta Paola Sabino protagonista e che propose "La pasta col pomodoro" a cui non ho potuto partecipare ( Paola cara, non puoi immaginare quanto mi sia dispiaciuto): e li io avrei anche giocato in casa!!!
Ma tornando ad Arianna del blog Saparunda's kitchen, questa dolce ragazza che ho sempre visto come una delle colonne portanti dell'Mtc, non ha reso felice solo me per l'impresa da affrontare ma soprattutto i miei figli: l'american burger a casa mia si fa una volta a settimana!
Con panini fatti da me, polpetta fatta da me e maionese fatta da me. E ora il pensiero di vedermi sperimentare una nuova ricetta, dei nuovi accostamenti, delle versioni insolite li ha fatti sentire un bel po' chiamati in causa e si sono fatti vedere molto più spesso in cucina aspettando di dare il primo morso.
Questa è stata una di quelle sfide che mi ha tenuta molto con le mani in pasta seppure sia riuscita a pubblicare una sola proposta, che probabilmente mi porterà anche fuori concorso visto che il regolamento al n 3 bis, l'ultimo capoverso recita. "vietato il tutto crudo"; ma la mia polpetta di fagioli verdi, che in effetti è una varietà di soia, riesce, dà il meglio di sè solo se utilizzata come indicato nel mio procedimento!!! Cioè i legumi ammollati, frullati, e cotti solo in padella e solo pochi minuti.
Ma veniamo a un punto molto più importante per me.
La ricetta dei panini mi ha dato delle grandi soddisfazioni, Ho seguito ogni volta solo la versione con lievito madre perché aspettavo di trovare la ricetta perfetta e devo dire che in effetti l'ho trovata.
Io ho la mia ricetta supercollaudata, che mi fa ottenere dei panini morbidi e compatti, ma è con il lievito di birra: unico impiego. Per tutto il resto sono votata al lievito madre.
Ora invece che ho sperimentato questa ricetta di Arianna, sinceramente non cambio più strada.
In effetti ho seguito la ricetta passo passo, senza modifiche: l'unica che mi sono concessa è quella di spezzare con della farina di farro. Mentre il procedimento è stato il mio: sia quello della lievitazione in frigo che quello delle pieghe date al singolo panino e non all'intero impasto.
Ho ottenuto dei panini morbidissimi e profumati. Questi della foto non hanno dato il meglio di se perché ho accelerato un po' i tempi, ma in precedenza ho ottenuto dei panini con un'alveolatura più compatta, ma molto più alti e soffici: avevano la consistenza di un pandoro.
Sinceramente sono grata ad Arianna per questa opportunità e ancora una volta sono grata all'Mtc e ad Alessandra in primis perché ho partecipato come sempre a una nuova lezione di una grande scuola di cucina


Panini di farro
125 g di farina 260w
125 g di farina di farro
60 g di lievito madre
150 ml di latte
20 g di burro
10 g di zucchero
5 g di strutto
5 g di sale
1 cucchiaino di miele
per completare
1 uovo
1 cucchiaio di latte
4 noci
 
 

 
In una ciotola setacciare  la farina, aggiungere il lievito madre e 100 ml di latte, impastare il minimo, giusto il tempo di amalgamare gli ingredienti e lasciar riposare a temperatura ambiente per un ora.
Trascorso questo tempo aggiungere il resto degli ingredienti, amalgamare nella ciotola con la mano, poi ribaltare la massa su un piano da lavoro e impastare fino ad ottenere una pasta setosa, elastica e che non si  attacchi alle mani. Trasferire in una ciotola pulita, coprire con pellicola e mettere a lievitare in frigo almeno 12 ore, arrivando anche a 24 ore.
Trascorso il tempo di maturazione in frigo, lasciare l'impasto a temperatura ambiente per 2/3 ore, poi ribaltarlo sul piano da lavoro precedentemente infarinato, dividere la massa in quattro pezzi uguali, appiattirli dandogli una forma rettangolare e procedere alle pieghe: dividerlo idealmente in tre parti, piegare prima una parte verso il centro e poi l'altra, sovrapponendola alla precedente. Poi girare l'impasto di 90° e procedere di nuovo con le pieghe ottenendo una pagnottella. Arrotondarla tirando i lembi nella parte sottostante.
Adagiare su carta da forno e far lievitare fino al raddoppio in forno spento.
In una ciotolina battere l'uovo, aggiungere il latte e spennellare i panini.
Completare con le noci sminuzzate.
Cuocere in forno precedentemente riscaldato a 180° per 20 minuti.
 
Burger di fagioli verdi
250 g di fagioli verdi Mung
Cipolla
Semi di cumino
1 uovo
2 cucchiai di pangrattato
sale
olio di girasole
Mettere in ammollo i fagioli verdi per due giorni, cambiando l'acqua una volta al giorno.
Al terzo giorno scolare l'acqua, aggiungerne altra fino a lambire la superficie dei fagioli e frullare in un robot da cucina. Trasferire in un colino coperto da un telo pulito e scolare l'acqua in eccesso.
Aggiungere l'uovo, la cipolla tritata fine, i semi di cumino, il sale e il pangrattato: impastare e lasciar riposare in frigo per un paio di ore.
Trascorso questo tempo scaldare una piastra, oliare leggermente e aiutandosi con un ring, versare due cucchiaiate di impasto. Lasciar cuocere per due minuti, poi con una paletta girare e far cuocere l'altro lato. Poi continuare così un'altra volta per lato, fino ad ottenere una crosticina croccante.
 
Caramello salato alla birra
300 g di zucchero
250 ml di birra
1 cucchiaio di sale
In un tegame dal fondo spesso mettere a scaldare a fiamma dolce lo zucchero.
In una pentola a parte scaldare la birra, perché se fosse unita fredda al caramello, questo si solidificherebbe istantaneamente anzichè miscelarsi.
Quando lo zucchero si sarà caramellato, assumendo la tipica colorazione bruna, aggiungere, facendo molta attenzione a eventuali schizzi, la birra calda; amalgamare e lasciar cuocere per 5 minuti girando continuamente.
Aggiungere il sale, spegnere e far raffreddare.

Maionese di soia allo yogurt greco
75 g di olio di girasole
25 g di latte di soia
2 cucchiaini di aceto di mele
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di yogurt greco
In un boccale alto e stretto mettere l'olio, poi aggiungere al centro il latte di soia, l'aceto di mele e il sale.
Azionare il frullatore a immersione fino ad ottenere la consistenza desiderata.
Eventualmente dovesse risultare fluida, aggiungere a filo altro olio fino ad addensarla.
Incorporare lo yogurt greco con un cucchiaio.
Una raccomandazione sul latte di soia: io uso latte semplice, senza aromi o altri tipi di aggiunte.
Negli ingredienti deve contenere solo acqua e soia.



Filangè di verza
250 g di verza
radice di curcuma
2 cucchiai di olio
1 cucchiaio di salsa di soia
semi di anice
Tagliare la verza a julienne, lavarla sotto acqua corrente, asciugarla e condirla con l'olio, la salsa di soia, fettine di curcuma e semi di anice.
Lasciar marinare in frigo un paio di ore.


Anelli di cipolla in tempura
1 cipolla ramata
100 g di farina
200 ml di acqua frizzante ghiacciata
olio di semi
In una ciotola versare prima la farina e poi aggiungere a filo l'acqua ghiacciata amalgamando velocemente con una frusta.
Aggiungere la cipolla tagliata a rondelle sottili e lasciar riposare in frigo almeno 1 ora.
Trascorso questo tempo scaldare dell'olio in una piccola padella e friggere gli anelli di cipolla pochi per volta, max 3/4 pezzi.

Per completare: 4 fette di caciocavallo


Costruzione del panino
Scaldare una piastra e adagiarci i panini divisi a metà e lasciar grigliare qualche minuto.
Spalmare su entrambe le metà un po' di caramello salato, sistemare poi un po' di filangè di verza, una cucchiaiata di maionese di soia, l'hamburger di fagioli, il caramello salato, di nuovo un po' di verza, poi ancora maionese e la fetta di caciocavallo.
Gustare con il contorno di cipolle in tempura.


Con questa ricetta partecipo alla sfida n 49 dell'Mtc

http://www.mtchallenge.it/2015/06/mtc-n-49-la-ricetta-della-sfida-di.html

mercoledì 6 maggio 2015

Sfoglia di mozzarella di bufala con fragole e salmone


Amo gli accostamenti insoliti, amo stupire, ma soprattutto amo la semplicità, pochi ingredienti e i sapori freschi.
E questo piatto le ricapitola e le rappresenta tutte!
E poi amo intrufolare la frutta tra i sapori salati: mele, arance, melone, albicocche, uva, fichi,prugne, ananas, hanno già passato l'esame.
Qui il maiale all'ananas, la pasta con le mele, il pesto di prosciutto e melone, come esempi e testimonianza di una mente curiosa e a volte anche un po' folle.
Stavolta ancora ghirigori e ghiribizzi alimentano le mie ispirazioni



Dosi per 6/8 persone
1 sfoglia di mozzarella di bufala  da 500 g
300 g di fragole
200 g di salmone affumicato
Olio
Sale
Pepe
Menta fresca
Limone



Scolare la sfoglia dal liquido di governo, adagiarla su un telo pulito, tamponare la superficie con un po’ di carta da cucina e salare leggermente.
Distribuire il salmone e poi le fragole tagliate a fettine sottili. A questo punto completare con sale, pepe, buccia di limone grattugiata e foglioline di menta; condire infine con un filo di olio d’oliva.
Arrotolare poi aiutandosi con la pellicola da cucina arrotolare facendo più giri e stringendo man mano.
Lasciar riposare in frigo per almeno due ore e comunque fino al momento di servire.
A questo punto tagliare la pellicola nel senso della lunghezza con delle forbici, eliminarla e tagliare il rotolo a fette dello spessore di 2.5 cm circa.
 
 
Note personali:
-ideale come antipasto o come finger food in un buffet
-volendo si può spruzzare con del succo di limone o un filo di aceto balsamico

 

martedì 28 aprile 2015

Il pan di spagna a caldo di Igino Massari e la Torta con cremoso di liquirizia, glassa alla birra e schizzi di caramello

 
 
Eccoci all'appuntamento mensile con l'Mtc. Siamo alla sfida n 47 dove la bravissima Maria Grazia Viscito, del blog Cooking Planner ci propone il pan di spagna.
Maria Grazia è una delle blogger che ho seguito da sempre. Mi rimase una volta  nel cuore il suo timballo di pasta alla maniera dei Monzù; toccò una delle corde a me più care: la cucina della mia regione, quella più antica che abbiamo ereditato con gratitudine e riverenza facendone un vanto.
La ritrovai poi a Paestum nel 2012. Una donna elegante, bella, semplice, che riconobbi e identificai subito. Di poche parole, ma essenziali, non chiassose, che mi colpivano dritto al cuore.
Con la sua vittoria per me, più degli altri mesi, ho sentito che non potevo assolutamente mancare, in onore di un'amicizia mai dichiarata.
Poi neanche a pensarlo mi arriva una notizia che poi ha rapito i miei pensieri per tutto il mese fino al
22, quando finalmente mi sono sentita risollevata, facendomi dimenticare nel frattempo completamente l'Mtc. Rassegnata di essere giunta al termine del gioco, mi congedo dalle mie amiche scusandomi per non esserci riuscita. Ma nell'arco di dodici ore mi rendo conto che avevo persino perso la cognizione del tempo!!!! Mi ero sbagliata con il giorno del termine.
E allora subito a rileggermi il post di Maria Grazia e senza pensarci un attimo scelgo di fare il pan di spagna a caldo di Igino Massari. Lo sentivo esageratamente simile al mio, sia per le dosi che per il procedimento. Anche io l'ho sempre montato a caldo, anche io ho sempre cotto il pan di spagna con una piccola fessura aperta del forno, anche io l'ho sempre sformato ancora caldo. E poi passata a studiare le dosi era il mio!!!! L'unica differenza: le uova io le conto non le peso, ma siamo li, solo pochissimi grammi mi separano dal Maestro.
 
 
 

 
Pan di Spagna a caldo di Iginio Massari
500 g di uova
350 g di zucchero
250 g di farina 00 W 170
100 g fecola
Procedimento:
Sgusciare le uova in una ciotola di vetro, aggiungere lo zucchero, amalgamare con una frusta senza montare e scaldare il composto in un bagnomaria mescolando in continuazione fino a 50°C. Poi montare con le fruste  per 15-16 fino ad ottenere una massa gonfia e spumosa, triplicata di volume. Setacciare due volte la farina con la fecola e incorporare delicatamente con la leccarda, giusto il tempo di ottenere una massa liscia e setosa, senza lavorare troppo. Mettere il composto in due teglie imburrate, alte 4/4,5 cm e 24 cm di diametro. Cuocere a 180° per 22 minuti tenendo un cucchiaino fra il bordo del forno e lo sportello. Spegnere, lasciar ancora 5 minuti e sformare ancora caldo su una gratella e far raffreddare.
 
 
 
 
Cremoso alla liquirizia
500 g di panna fresca
150 g di zucchero
80 g di tuorlo
50 g di pasta di liquirizia
20 g di gelatina in polvere
Scaldare la panna con la liquirizia girando con una frusta continuamente per amalgamare i due elementi fino a raggiungere il bollore. In una terrina a parte battere i tuorli con lo zucchero, aggiungerli al composto di panna, aggiungere poi la gelatina e cuocere per un paio di minuti senza far bollire. Spegnere, trasferire in un vaso o in una ciotola, lasciar raffreddare e conservare coperto in frigo almeno 12 ore.



 
Glassa alla birra
50 ml di birra
20 g di burro
1 pizzico di sale
2 cm di zenzero
200 ml di panna fresca
10 g di gelatina in polvere
Mettere la birra in un tegame, aggiungere il burro a dadini e lo zenzero. Scaldare fin quando inizia a sciogliersi il burro; coprire, spegnere e lasciar in infusione fino al completo raffreddamento.
Montare la panna per trenta secondi (deve essere soffice, di una consistenza semiliquida, non spumosa)e aggiungerla all’infuso di birra, amalgamare delicatamente con una spatola aggiungendo infine la gelatina in polvere. Lasciare da parte in frigo fino.
 
 
 
Schizzi di caramello
200 g di zucchero
Acqua quanto basta
Mettere a scaldare lo zucchero in una pentola con 2 cucchiai di acqua, girando continuamente. Aggiungere acqua ogni volta che questa evapora e lo zucchero forma dei grumi. Procedere cosi finché diventa fluido e di un colore ambrato. Occorrono circa 30 minuti. Una volta raggiunto il colore e l’odore del caramello, spegnere, continuare a girare e quando inizia a filare formare delle gocce o dei fili a proprio piacimento

 

Montaggio
Dividere orizzontalmente il pan di spagna a metà. Distribuire sul primo disco il cremoso alla liquirizia con un sac a poche, coprire con l’altro disco di pan di spagna. Appoggiare la torta su una gratella e procedere al glassaggio cominciando dall’esterno e ricoprendo i bordi e poi completare l’interno. Trasferire in frigo a rassodare senza spostarla dalla gratella. Dopo un paio di ore completare con dello zucchero caramellato distribuito a gocce e fili in maniera casuale.


 


sabato 11 aprile 2015

Di ciambelloni soffici, ghiribizzi, ghirigori e chiacchere a colazione


 

Titolo bizzarro e forse anche un po’ capriccioso per definire un ciambellone, ma questa, in poche parole, è la storia che sta dietro a questo dolce.
E’ l’evoluzione di un semplice ciambellone al limoncello.
Fragrante, morbio, coccoloso.
Una gioia per il cuore e il palato.
Ma c’è sempre qualcuno perennemente insoddisfatto di tutto, che nonostante opere che rasentino la perfezione, ci deve aggiungere il suo, la sua proposta che, a suo dire, può completare l’opera.
E allora, di fronte a sbuffi di zucchero a velo e tazze fumanti di orzo e di caffè, arriva tonante: “aggiungici del cacao, fallo bicolore”.
Soddisfo la proposta, nell’arco di dodici ore l’opera è presto fatta, sforno, sformo, spolvero, taglio la fetta e con la meraviglia  di occhi curiosi ci si ritrova di fronte a un perfetto ghirigoro nato da un ghiribizzo di un uomo-bambino goloso di cioccolato.

 
Ingredienti
500 g di farina
500 g di zucchero
4 uova
120 ml di olio di semi
120 ml di latte
120 ml di limoncello
1 bustina di lievito in polvere
1 pizzico di sale
30 g di cacao
1 cucchiaio di zucchero
Burro e farina per lo stampo
Zucchero a velo per spolverare

Sgusciare le uova aggiungere lo zucchero e montare con le fruste elettriche fino ad avere una massa gonfia e spumosa. Setacciare la farina e incorporarla con una spatola alternandola con l’olio e il latte.
Aggiungere il lievito e il sale, incorporarli all’impasto e alla fine aggiungere il limoncello.
Versare metà impasto in un’altra ciotola, aggiungere il cacao e un cucchiaio di zucchero e incorporare bene fino a sciogliere tutti i grumi.
Versare l’impasto bianco in uno stampo alto a ciambella di 24 cm di diametro, precedentemente imburrato e infarinato, versarvi poi sopra quello al cacao in maniera uniforme.
Infornare a 180° e cuocere per un ora, facendo la prova stecchino.
Spegnere e l sciare in forno ancora una decina di minuti con lo sportello socchiuso.
Una volta raffreddato sformare e spolverare con zucchero a velo.


Note personali
In superficie, prima di infornare a volte io ci aggiungo delle gocce di cioccolato o dello zucchero di canna.
Perché i ghirigori? La massa al cacao è più pesante di quella bianca per cui dalla superficie scendendo al centro del dolce forma questi motivi arabeschi.
Talvolta sono come quelli in foto, una curva nello stesso verso, altre volte può capitare un doppio giro.
Da provare anche senza l'aggiunta di cacao e zucchero

giovedì 26 marzo 2015

Tarte alle mele annurche e blue stilton



Una vita che corre con una frenesia incontrollabile.

Pensieri, carte, armadi, scelte da sistemare continuamente.
Passioni che un tempo mi travolgevano e catturavano ogni mia attenzione, ora fanno fatica a mantenersi a galla.
Tante volte vorrei fermarmi.
Vorrei uscire dalla blogosfera.
Vorrei chiudere quest’angolino che ho sempre sentito come una finestra da dove rubare quella boccata d’ossigeno, ma che ora sempre più spesso risulta gravoso quanto un dovere che ti hanno appioppato addosso.
Ma poi mi dico tieni duro, non mollare, qui ci sono delle belle amicizie, nel momento che meno te lo aspetti senti il calore di persone sincere e appassionate pronte a farti sentire parte di una grande famiglia.
E poi c’è chi arriva qui in attesa di una novità, un consiglio, un trucco.
C’è chi aspetta una nuova ricetta
C’è chi mi sente membro di quella grande famiglia più di quanto lo senta io stessa.
L’Mtc è uno di quei pochi motivi che mi fa tenere duro, e proprio questo mese, proprio con Flavia non potevo mancare. Lei per me tutti questi anni è stata un grande esempio: partecipazione ininterrotta per 45 edizioni a questa bella sfida del web, membro della redazione, parte attiva di discussioni, moderatrice e punto fermo nel far rispettare le regole.
Instancabile appassionata, competente, creativa.
Mi avevano incantata i suoi baci nuziali, non voglio essere retorica e scontata, ma quando vidi questa sua creazione ero certa che avrebbe vinto: non poteva passare inosservata, vista la complessità, la bellezza e l’equilibrio, tutti racchiusi in un cioccolatino.
Poi per la sfida 46 ci propone la brisée di Roux.
Io sono il tipo che non faccio mai le ricette di…. Magari prendo ispirazione, rubo l’idea, ma deve esserci qualcosa di solo mio, devo personalizzarlo, riadattarlo a quello che è il mio gusto personale, a ciò che sento a me più congeniale. Mai fatta una marmellata di…. Un bignè di….Una brioche di….
Come la crema pasticcera salata che uso ora. Tempo fa lessi la ricetta di Montersino, mi proposi di rifarla e ovviamente a libro chiuso sono andata un po’ a istinto, Poi mi sono resa conto che lui aggiunge le uova da sole, io le ho incorporate a panna e latte, un po’ come i suoi stessi principi quando dice che per amalgamare due elementi diversi uno dei due bisogna renderlo quanto più simile all’altro.
Ma torniamo a Roux e alla sua brisée. Non conoscevo né l’uno né l’altra e ci voleva proprio una sfida dell’Mtc e ci voleva proprio Flavia per avere questa opportunità!!! Si perché con la sfida si è “costretti” in un certo senso a rifare la stessa ricetta di base, con piccole variazioni che sono stabilite ogni volta dal regolamento, ma felice me per questa costrizione. Una pasta favolosa, lavorabile come la plastilina, io che stendo frolle e brisée sempre tra due fogli di carta da forno ero un bel po’ scettica riguardo l’elasticità. E mi son dovuta ricredere in un attimo! Il tempo di lavorarla.
Unico neo nella mia ricetta, credo che avrei dovuto fare la doppia cottura per la presenza della crema pasticcera. Esternamente si presenta ben cotta, ma dentro l’umido della crema ha compromesso un po’ la friabilità. Ma comunque e nonostante questo ho ottenuto una tarte eccezionale.
Si è sformata senza problemi, si taglia senza screpolarsi, non si sfalda e non si sbriciola.
Come potevo non provarci anche stavolta? Come potevo non rispondere all’appello anche questo mese?
No l’Mtc s’adda fare, una volta al mese, sempre, come Flavia!


Pasta brisée di Michel Roux
250 g di farina
150 g di burro, tagliato a pezzettini e leggermente ammorbidito
1 cucchiaino di sale
Un pizzico di zucchero
1 uovo
1 cucchiaio di latte freddo
Versare la farina a fontana sul piano di lavoro. Mettere al centro il burro, il sale, lo zucchero e l’uovo, poi mescolarli e lavorarli con la punta delle dita.
Incorporare piano piano la farina, lavorando delicatamente l’impasto finché assume una consistenza grumosa.
Aggiungere il latte e incorporarlo delicatamente con la punta delle dita finché l’impasto comincia  a stare insieme.
Spingere lontano l’impasto con il palmo della mano, lavorando di polso, per 4 o 5 volte, finché è liscio. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e metterla in frigo fino all’uso.
La Pasta Brisée si conserva benissimo in un contenitore a chiusura ermetica, per una settimana in frigo e fino a tre mesi in freezer
Per il ripieno
Crema pasticcera salata
100 g di Blue Stilton
3 mele annurche
30 g di noci sgusciate



Per completare
Zucchero di canna
Pepe
Burro


Per  la crema pasticcera salata
250 ml di latte
100 ml di panna fresca
30 g di parmigiano stagionato
15 g di farina di riso
3 tuorli d’uova
1 pizzico di sale
1 pizzico di pepe
30 g di burro
Amalgamare la panna al latte, tenerne da parte 100 ml circa e la parte restante metterla scaldare a fuoco dolce. In quella tenuta da parte aggiungere il parmigiano, i tuorli, la farina di riso il sale e il pepe e amalgamare con una frusta, aggiungerla poi a quella sul fuoco ai primi accenni di bollore, continuando a girare con le fruste fino ad ottenere una consistenza cremosa. Spegnere, incorporare il burro e lasciar intiepidire.



Componiamo la tarte
Infarinare leggermente il piano di lavoro (meglio se di marmo) e il mattarello. Stendere la pasta con colpi leggeri e pressione regolare, ruotandola di 90° e girandola di tanto in tanto, per evitare che attacchi e facilitare l’aerazione. Continuare così fino a ottenere le dimensioni e la forma desiderate.
Usare il mattarello stesso per misurare la tortiera. Stendere l’impasto con un diametro di 5-7 cm superiore a quello della tortiera, in base all’altezza. Sollevare la pasta sul mattarello e srotolarla sullo stampo, dal diametro di 28 cm.
Versare la crema pasticcera salata, il blue stilton sbriciolato, le noci sminuzzate e infine le fettine di mela sistemate a raggiera. Completare con una spolverata di pepe, un cucchiaio di zucchero di canna e infine un filo di burro fuso.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti. Spegnere lasciar intiepidire per una mezz'ora e sformare.



                                       Con questa ricetto partecipo alla sfida n 46 dell'Mtc



giovedì 19 marzo 2015

Le zeppole della zia Marianna





Oggi, più degli altri anni, un’invasione di zeppole!!!
Non solo le vetrine delle pasticcerie ma anche le salumerie, le panetterie, persino una pizzeria ne faceva bella mostra.
Per non parlare dell’odorino che invadeva le strade uscendo dalle finestre spalancate, complice una giornata calda e assolata.
Per non parlare infine delle immagini che si sono susseguite sul web, su i vari social a cui ogni tanto ho dato una sbirciata.
L’impressione di quest’ abbondanza magari è dipesa dal fatto che sono stata in giro tutto il giorno e magari da quelle intrusioni nel mondo virtuale e così ho avuto modo di assaporare semplicemente quello che accade regolarmente ogni anno.
No, mi son detta, io vado contro corrente!!!
Non farò le zeppole, non acquisterò le zeppole, non posterò le zeppole!!!!
Magari guarderò quelle degli altri, studierò le differenze, ne farò una raccolta, valuterò quelle da fare in una prossima occasione, ma non oggi, oggi veramente no; poi sono anche troppo stanca per mettere le mani in pasta.
Ma il confine tra propositi e azione è presto svanito aprendo la porta di casa.
Ho trovato mia madre che mi aspettava per fare le zeppole!
Ma non zeppole qualsiasi, quelle delle vetrine, quelle di cui sentivo l’odorino, quelle che sfondavano il video, ma le zeppole di zia Marianna.
Zia Marianna, la più dolce e la più buona delle mie zie, che non amava tanto mangiare ma preparava, con gli ingredienti più umili, le cose più appetitose che un palato potesse mai gustare.
Ora, quasi novantenne deponendo le armi da cuoca è diventata invece una vera buongustaia.
Tornando a mia madre, mi aspettava, e non tanto per il piacere di farle insieme, neppure perché ignara della ricetta ma perché lei non ha la mia stessa pazienza a impastare le zeppole della zia.
In questa ricetta l’impasto è fondamentale; più diventa setoso e morbido, tanto più le zeppole gonfiano in cottura, anzi rigorosamente in frittura.
Un’ impasto fatto a mano (ci ho provato con il robot:un disastro!!!), che può durare anche 20 minuti, schiacciato più volte, ripetutamente, come volessi afferrare qualcosa ma non riesci e solo quando lo senti pronto tra le mani, sostieni quella nuvola soffice, puoi smettere.



Ingredienti
8 bicchieri di acqua
7 bicchieri di farina
6 uova
1 limone
1/2 tazzina di olio di semi
1 pizzico di sale
2 bustine di vaniglia
zucchero semolato
500 ml di olio di semi
 
Portare a ebollizione l'acqua con la buccia di limone, l'olio e il sale. Raggiunto il bollore togliere la buccia di limone, versare la farina in un solo colpo e girare energicamente fino a incorporarla tutta.
Ribaltare su un piano mi marmo e battere la massa continuamente con un mattarello allargandola e piegandola più volte su se stessa fino a raffreddarla.
In una terrina battere le uova con la vaniglia e adagiarvi l'impasto.
Con le mani iniziare a incorporare un pò alla volta le uova e continuare a lavorare per sciogliere bene tutti i grumi e ottenere un impasto setoso e soffice al tatto.
Se dovesse presentarsi troppo duro aggiungere ancora un uovo.
Versare l'olio in un tegame e riscaldarlo bene. Versare l'impasto in un sac a poche con bocchetta grande a stella e procedere alla frittura, facendo scendere l'impasto direttamente nell'olio accavallando le due estremità.
Friggere fino a ottenere una doratura uniforme rigirandole dopo un paio di minuti.
Adagiarle su una gratella per scolare l'olio in eccesso e poi passarle ancora calde nello zucchero semolato.
 
 
 
Note personali
-Come tutte le ricette, anche questa ha subito degli adattamenti: si possono sostituire 3 bicchieri di acqua con tre di latte e l'olio 50 g di burro
-Ottime appena fritte: se dovessero avanzare riscaldarle per 4/5 minuti in forno caldo e ripassarle nello zucchero





 


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