Ovvero i muffins del Seder leil Pesach
Un bel pò di
anni fa frequentai un corso di ebraico antico dove oltre a imparare lettere,
parole e modi di dire, ci furono insegnati anche canti, poesie e salmi.
Scoprii che
tanto di quello che udivo mi era familiare, molte cose le ritrovavo anche in canzoni
pop o melodiche, oltre ai salmi che la nostra tradizione cristiana ci ha dato
modo di conoscere.
In questo
percorso però ciò che più mi ha affascinato è stato il racconto della pasqua e
in particolare della cena per celebrare questa solenne festa.
Ogni
elemento denso di significato pur nella sua apparente semplicità.
In tutti
questi anni mi è rimasto nella mente e ogni tanto mi torna come un ritornello.
E mi è
ritornato in maniera prepotente e quasi devastante con la sfida n 43 dell’MTC vinta
dalla mia cara amica Francesca del blog Burro e zucchero (“era ora” mi sono
detta!!!), dove oltre alla solita ricetta da rielaborare secondo una
interpretazione personale, si chiedeva di lasciarsi ispirare per questa, da un
testo letterario. Anziché di lasciarmi prendere dal panico per trovare un nesso
tra questo e un muffin, mi si è ripresentato in testa il Seder leil Pesach con
un’illuminazione fulminea di portare in un muffin tutti gli elementi che
costituiscono la cena della pasqua ebraica.
Pesach è la
pasqua, la festa principale per l’ebreo, che cade dal 15 al 21 del mese di
Nisan(marzo-aprile), il primo di tutti i mesi.
E’ la
celebrazione del grande passaggio dalla
schiavitù alla libertà, dalla tribolazione alla gioia, dal lutto alla festa,
dalle tenebre alla luce, dall’oppressione alla redenzione.
Della durata
di sette giorni, la prima sera di Pesach le famiglie si riuniscono attorno al
tavolo apparecchiato con una tovaglia bianca e ricamata, nella stanza migliore della casa, seguendo in maniera minuziosa le regole del rituale,
riportate nel Talmud e celebrano questa festa cominciando dalla lettura dell’Haggadàh,
dopo che il commensale più giovane, a cui è riservato il primo intervento, intona il Mah nishtannah :
“Com'è diversa questa sera da tutte le altre sere!
Perché tutte
le altre sere possiamo mangiare pane lievitato e azzimo e questa notte soltanto
pane azzimo?
Perché tutte
le altre sere possiamo mangiare ogni tipo di verdura e questa sera soltanto
erbe amare?
Perché tutte
le altre sere non intingiamo e questa sera due volte?
Perché tutte
le altre sere mangiamo seduti e questa sera appoggiamo il gomito?”
Il celebrante inizia così la recita dell'Haggadàh, il lungo racconto dell'uscita degli ebrei dall'Egitto, arricchito da parabole e commenti e seguito poi dalla spiegazione dei cibi che compongono il piatto del Seder.
Vi sono:
-tre azzimi, per ricordare il pane non lievitato mangiato nel deserto;
-una zampa di agnello per ricordare il sacrificio del popolo per uscire dalla schiavitù;
-l'erba amara, per ricordare l'amarezza provata durante la schiavitù;
-un uovo sodo,simbolo della vita come dono di Dio. Da ricordare che l'uovo non ha un inizio nè una fine, per cui la sua rotondità ci ricorda che la vita è un ciclo e tutto ciò che si è ricevuto si trasmette inesorabilmente ai propri figli. L'uovo rappresenta anche il carattere di Israele: quanto più viene cotto tanto più diventa duro,così per questo popolo l'oppressione è servita a rafforzare la sua natura e il suo carattere.
-il charoset, un impasto che simboleggia la malta con cui gli ebrei durante la schiavitù preparavano i mattoni, fatti di paglia e argilla, per costruire la città dei faraoni;
-l'aceto, per ricordare l'asprezza dell'oppressione;
-il sedano, che simboleggia la festa della primavera;
-il vino, simboleggia la festa per il dono della liberazione e della salvezza, servito per ogni commensale in quattro coppe differenti in ricordo della promessa riportata nel libro dell'Esodo: vi farò uscire, vi salverò, vi libererò, vi prenderò
Prepariamo prima il Charoset
2 mele
100 g di datteri
100 g di prugne secche
100 g di fichi secchi
150 ml di vino dolce
100 g di noci
100 g di mandorle
2 cucchiai di miele
1 arancia
Cannella
Ogni comunità e ogni famiglia possiede la
sua ricetta di charoset. E’ impossibile pretendere di conoscere quella
originale! Questo il denominatore comune: un impasto di frutta fresca, secca e
semi oleosi, speziato, dalla consistenza simile a una confettura.
Far rinvenire nel vino i datteri, i fichi e le
prugne tritati finemente. Sbucciare le mele, grattugiarle unire i datteri, i fichi e le prugne far cuocere a fuoco dolce sulla fiamma più
piccola, per 20 minuti.
A parte in un mixer o in un mortaio tritare
finemente le mandorle e le noci tostate precedentemente in forno fino ad ottenere una farina, unirle alla
frutta cotta aggiungere il miele e la cannella e impastare pestando con il dorso del cucchiaio contro la pentola e ammorbidire eventualmente con del succo di arancia fino ad ottenere la consistenza di una confettura.
Prepariamo i muffins
300 g di farina
50 g di pecorino
1 uovo sodo
100 g di polpa di agnello
50 g di cicoria
Charoset
1 piccola costa di sedano
1 cucchiaio di aceto
180 ml di kefir
70 g di burro
2 uova
½ cucchiaino di sale
1 cucchiaino di pepe
8 g di lievito per salati
1 pizzico di bicarbonato
-Sistemare
i pirottini di carta negli incavi della teglia da muffins
-Mondare,
lavare, asciugare e sminuzzare finemente la cicoria e il sedano
-Pre-riscaldate
il forno a 190°C modalità statica.
-In
una padella rosolare l'agnello ridotto a cubetti, far intiepidire e tenere
da parte.
-Fate
sciogliere il burro a bagnomaria e tenere da parte.
-Ridurre a cubetti l'uovo sodo
-Ridurre a cubetti l'uovo sodo
Procedimento:
In una ciotola grande setacciare farina, lievito e
bicarbonato. Aggiungete il formaggio grattugiato, i cubetti di agnello, la cicoria e il sedano sminuzzati, i cubetti di uovo sodo, il
sale e il pepe macinato al momento. Mescolate bene, fare la
fontana e tenete da parte.
In una ciotola media sbattere le uova con lo yogurt
e aggiungere il burro fuso, il cucchiaino di aceto Amalgamare bene e versate il composto nella
ciotola degli ingredienti secchi.
Con un cucchiaio mescolare BREVEMENTE, 10-11 giri
solo per amalgamare gli ingredienti.
Riempire i pirottini per 2/3, mettendo al centro
una cucchiaino di charoset, infornare, abbassare la temperatura a 180°C e
cuocere per circa 20-25 minuti. Controllare la cottura con uno stecchino di
legno.
Sfornare i muffins e distribuire sulla superficie
di ognuno un piccolo pezzettino di burro che si scioglierà subito e la manterrà
ancor più morbida.
Lasciarli riposare 5 minuti poi toglierli dalla
teglia e farli raffreddare su una gratella.
Nota: ho dimenticato l'aggiunta del bicarbonato, ma questi muffins hanno avuto ugualmente una perfetta lievitazione.
Chissà se l'aceto ha dato il contributo per favorire questa.
Dopo la spiegazione del significato del piatto del Seder, si procede con la cena vera e propria, poi rituali, benedizioni e canti.
Il Canto di speranza, Chad gadva, penultimo prima del congedo finale, a noi ci è noto e vi chiedo di andare qui per ascoltare la versione originale.
Una speranza nella giustizia divina che vince sempre: ogni oppressore è oppresso a sua volta da chi è più potente fino ad arrivare all'angelo della morte che il suo superiore definitivo in Dio.
Shalom chaverìm, shalom chaveròt, leitraòt shalom.
Con questo post partecipo felice e soddisfatta alla sfida n 43 dell'Mtc della cara Francy del blog Burro e zuccheroNota: ho dimenticato l'aggiunta del bicarbonato, ma questi muffins hanno avuto ugualmente una perfetta lievitazione.
Chissà se l'aceto ha dato il contributo per favorire questa.
Dopo la spiegazione del significato del piatto del Seder, si procede con la cena vera e propria, poi rituali, benedizioni e canti.
Il Canto di speranza, Chad gadva, penultimo prima del congedo finale, a noi ci è noto e vi chiedo di andare qui per ascoltare la versione originale.
Una speranza nella giustizia divina che vince sempre: ogni oppressore è oppresso a sua volta da chi è più potente fino ad arrivare all'angelo della morte che il suo superiore definitivo in Dio.
Shalom chaverìm, shalom chaveròt, leitraòt shalom.
Mi hai portata in un altro mondo, bravissima!
RispondiEliminaTutto assolutamente nuovo per me....che bella cosa affacciarsi su ciò che non si conosce, gran regalo!!!
RispondiEliminaBello tutto, e i muffins da acquolina in bocca! 👏👏👏
RispondiEliminaUn post intenso e pieno d'amore per la tradizione delle feste.
RispondiEliminaSei partita da lontano, per arrivare ad un muffin completo e dalle mille sfaccettature.
Non so immaginarmi il sapore, ne sento gli aromi, ma dovrei assaggiarlo per poter percepire tutto l'insieme, che sarà di certo buonissimo.
E' sempre bello passare di qua!
Che ci facevi tu ad un corso di ebraico antico? Non finirai mai di stupirmi.
RispondiEliminaIntanto questi muffins mi intrigano da morire, ricchi, ricchissimi di sapori e segnificato.
Brava, ma se vinci di nuovo é solo colpa tua :)
Quante perle di sapere che si possono scoprire incuriosendosi su un titolo di ricetta, davvero esaudiente, grazie......
RispondiEliminaMaria52
Avresti dovuto farli azzimi :D
RispondiEliminaScherzo. Sono rimasta senza parole per il tuo sapere e con molta curiosità sul perchè hai fatto un corso di ebraico antico e di tradizioni ebraiche.
Il tuo post è intenso e mi ha fatto rivivere tanti ricordi...l'anno prossimo a Gerusalemme! è il grido di ogni ebreo in diaspora quella sera di Pesach.
bello. bellissimo. grazie.
Rispondo a Eleonora a Valeria e a quanti si saranno chiesti la stessa cosa.
EliminaA volte se ci si accinge a fare un'esperienza è semplicemente perché la persona che te la propone ci sei legato per qualche motivo o semplicemente la stimi e ti fidi.
Conosco da venti anni un sacerdote salesiano, un filosofo, scrittore, docente del liceo del suo istituto e della facoltà teologica. Un profondo conoscitore della cultura ebraica. Mi propose questo corso e io accettai perché credo in lui, perché con la sua umiltà e la sua cultura mi fece credere nella possibilità di allargare i miei orizzonti e accedere a un sapere più consapevole e meno diffidente. Semplicemente questo
una versione di muffins originale ma molto molto interessante
RispondiEliminaun bellissimo post. poi inutile che tu scriva che non vuoi rivincere. :-)
RispondiEliminasei uno scrigno di risorse antonietta complimenti un corso di ebraico deve essere stato molto interessante come questi muffin
RispondiEliminaantonietta non ho più il locale quello più grande solo la pizzeria d'asporto mi manca la tua mozzarella
devo chiedere ad antonio se un giro se lo fa la settimana prossima
un bacio
Se non l’avessero già fatto e tu non avessi già risposto, ti avrei chiesto anch’io qual è stato il motivo che ti ha spinta a partecipare ad un corso di cultura ebraica. Non che questo mi abbia sorpresa più di tanto a pensarci bene: ti conosco abbastanza per sapere che la tua passione non ha confini, che la tua intelligenza e la tua curiosità sono sempre alla ricerca di nuove nozioni, nuovi saperi. E il fatto che tu, semplicemente, ti sia accostata a questa cultura seguendo i consigli di una persona che stimi, beh, mi stupisco ancora meno.
RispondiEliminaHai raccontato la tradizione della Pasqua di questo popolo straordinario con una competenza e una chiarezza incredibili. Sono sicura che tu sia andata oltre le nozioni apprese al corso, approfondendo i concetti e gli argomenti che ti avevano più colpita. E forse è stato così per la tradizione culinaria della pasqua ebraica.
Basta vedere con che cura hai realizzato questi muffins, spiegando perfino il significato dietro all’uso di ogni ingrediente che hai saputo abbinare con il tuo innato talento.
Risultato: dei muffins inediti, nuovi, originali, perfetti.
Ancora una volta mi hai commossa ed emozionata.
Grazie infinite. Un forte abbraccio!
wow, gustosissimi!
RispondiEliminaSono davvero incantata.
RispondiEliminaGrazie alle tue parole, mi è sembrato di potermi sedere anch'io, al tavolo apparecchiato con la tovaglia bianca e ricamata nella prima sera del Pesach.
Grazie per questo dono e per questi muffins che ne custodiscono, preziosi, tutto il significato. :)
Antonietta:sono strepitosi!! Bellissimi!!
RispondiEliminaUn bacione
Vera
Hai fatto di questi muffin un'opera d'arte, bravissima, per tutto.
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