Preparazione
lunga e complessa, opulenta e calorica, fortemente radicata in questa mia terra
di grandi contraddizioni, piatto che rappresenta la Pasqua e rigorosamente
preparato solo in occasione di questa solennità, di tradizione e origine povera
ma generoso di ingredienti che messi insieme danno origine a una sinfonia di
sapori da renderlo un piatto ricco perché protagonisti un po’ tutto il quinto
quarto del maiale che si marita con le verdure, le uova e il formaggio.
Un bel po’
complicata, quasi un rito, con preparazioni che cominciano anche molti giorni
prima dell’esecuzione della ricetta, preparazioni che solo i vecchi della mia
città conoscono e custodiscono come antichi segreti da tramandare solo a chi è
degno di continuare con rispetto, riconoscenza e fedeltà.
Orecchie,
muso, cotiche e piedi di maiale da mettere sotto sale e
definiti nel gergo comune semplicemente col nome di “salato”
Poi la ‘nnoglia,
un salume fatto con ventre e intestini, lavati e rilavati, conditi e sottoposti
a una sorta di insaccamento e posta ad asciugare.
La salsiccia
di polmone, l’altra salsiccia, quella povera, fatta con tutti gli scarti,quelli che si sarebbero dovuti buttare, ma...
E le
verdure solo due di cui una tutta nostra, che chiamiamo menestra (attenzione alla "e"); appartenente alla famiglia delle brassicaccee, con un sapore tra il cavolo nero e i broccoletti,coltivata solo nell'area della terra felix.
Preparazione della ‘nnoglia
Ventre e
intestini del maiale
Arance e
limoni
Peperoncino
Aglio
Semi di
finocchietto
Sale
Raschiare
intestino e ventre internamente ed esteriormente, strofinarli tra le mani prima
con farina di mais e poi con sale, sciacquarli ripetutamente prima con acqua
calda e poi con acqua fredda e metterli
in un recipiente con arance e limoni a pezzi. Ripetere questo procedimento due
volte al giorno per un paio di giorni, e comunque fino ad aver eliminato tutti
gli odori tipici degli intestini.
Ora ottenere
da questi delle strisce lunghe 50/60 cm e larghe circa 2 cm, tamponarle con un
telo pulito, condirle generosamente con sale,
aglio, peperoncino e finocchietto. Legarle a piccoli gruppetti a
un’estremità con dello spago, intrecciarle e insaccarle in un budello della
stessa lunghezza tenendo teso lo spago
da un lato e dall’altro facendo scorrere giù tutto il budello senza chiuderlo. Appenderle
in un luogo areato e all’ombra e ogni paio di giorni tamponarle con un telo
pulito schiacciandolo verso il basso per far fuoriuscire tutti i liquidi.
Riappenderle e continuare cosi ogni paio di giorni fino a eliminare tutti i
liquidi. Ora lasciar continuare l’essicazione
naturale per almeno 15 giorni.
Per le foto dettagliate potete dare una sbirciata qui, curate da un altro figlio della mia terra.
Per le foto dettagliate potete dare una sbirciata qui, curate da un altro figlio della mia terra.
Preparazione del “salato”
Ridurre
orecchie, muso, piedi e qualche cotica a pezzi più o meno della stessa
dimensione, pulirli asciugarli bene e adagiarli in un recipiente di vetro o
terracotta alternandoli a strati con aglio in pezzi, peperoncino, alloro, sale
grosso e sale fino. L’ultimo strato coprirlo interamente con sale grosso e lasciarli cosi per almeno 20 giorni.
La salsiccia di polmone
La salsiccia
di polmone anticamente era fatta proprio con il polmone; oggi è caduta in
disuso perché norme sanitarie ne vietano la preparazione. Quella che si trova
oggi nelle macellerie locali è fatta con pancetta e altri pezzi meno nobili del
maiale, ma condita alla maniera antica e cioè con molto aglio e peperoncino,
insieme finocchietto sale e vino fragolino.
E anticamente?
Quando si
ammazzava il maiale si prelevava il polmone insieme a cuore, reni e fegato,
dopo la pulitura ci si soffiava dentro (si proprio così, un bel soffio fatto proprio a pieni polmoni) si lasciava asciugare all'aria un paio di giorni e poi si riduceva a piccoli pezzi aggiungendoci scarti che provenivano da parti più nobili.
Aggiornamento del 01/05/14
Angela e Pasquale commentando questo post mi fanno notare un mio errore riguardo la salsiccia di polmone.
Essa è attualmente preparata ancora con il polmone, come riportato dal sito della Regione Campania. Qui però voglio fare una precisazione; nel sito "Oltre al polmone, da cui prende il nome, per confezionarla si utilizzano anche altre interiora, milza, sanguicci, cuore, fegato, rognone, con aggiunta di cotiche lavate, pulite e scaldate in acqua".
Non so precisamente cosa si intenda per sanguinacci, ma quello che è certo a Marcianise non si è mai aggiunto il fegato, perché essendo facilmente deperibile, questo non avrebbe permesso la stagionatura.
Le norme sanitarie in fatto di divieto,attualmente riguardano il sanguinaccio, quello dove si utilizza il sangue di maiale: questo era ciò che mi aveva portato fuori pista.
Ingredienti per 4 persone
750 g di cicoria
750 g di menestra
300 g di ‘nnoglia
200 g di salsiccia di polmone
200 g di salsiccia fresca
400 g di “salato”
100 g di pancetta arrotolata
200 g di pecorino
6 uova
1 cucchiaio di sugna
Prepariamo ora la minestra maritata
La cicoria,
specialmente quella di campo, è molto amara e per questa caratteristica bisogna
lasciarla molto in acqua, sia prima che dopo averla sbollentata. Lavarla e
lasciarla in acqua pulita almeno un ora, sbollentarla, scolarla e raffreddarla
sotto acqua corrente, infine metterla in un grosso recipiente e coprirla con
altra acqua. Lasciarla così anche quattro cinque ore.
Lavare la
menestra e tuffarla in acqua bollente per 10 minuti, scolarla, raffreddarla sotto acqua corrente e
lasciarla in un colapasta.
In una
pentola a parte sbollentare i pezzi di “salato” per cinque minuti, scolarli e ripetere cosi l'operazione per altre due volte allo scopo di dissalarli e sgrassarli bene.
In un tegame
di terracotta sciogliere la sugna e farla soffriggere con la punta di aglio, aggiungere dell'acqua calda e alla ripresa del bollore calare i pezzi di salato, la ‘nnoglia, la salsiccia di polmone,
quella fresca e qualche pezzetto di pancetta lasciar cuocere per 30 minuti. Aggiungere le cicorie e la menestra scolate e lasciar
cuocere altri 30 minuti. Se occorre aggiustare di sale.
In una
terrina sgusciare le uova, salarle leggermente, aggiungere un po’ di pecorino
grattugiato e batterle, poi aggiungere il resto del pecorino ridotto a piccoli
pezzi. Togliere i pezzi di maiale dalla minestra e tenerli in caldo. Una parte del battuto di uova versarlo nella minestra, girare con una
forchetta per ottenere una mimosa, poi versare il resto delle uova sulla
superficie, coprire il tegame, lasciar cuocere un minuto circa, spegnere, adagiare sopra i pezzi di maiale e attendere almeno 1 ora prima di servire.
Amici cari dell' MTC sinceramente, come tanti di voi, quando ho visto la proposta di Cristiana per la sfida n 38, ho avuto un po' di disgusto riguardo il quinto quarto. Riesco a mangiare a malapena solo i durelli di pollo, non oltre, non di più e stavolta fantasia e inventiva mi avevano davvero abbandonata. Poi c'è stata tutta una rielaborazione in me riguardo il mio rapporto con questo universo a me lontano, mi sono sentita talvolta in crisi e perfino senza identità. Ma che food blogger sono se non riesco a cucinare il quinto quarto? Ma come posso io approfondire le mie conoscenze riguardo il cibo se escludo questo capitolo?
No ragazzi, credetemi, stavo per arrendermi.
Poi qualche giorno prima della Pasqua ho avuto la mia folgorazione "sulla via di Damasco", la mia ri-conversione e il mio ricredermi riguardo il quinto quarto. Stavo per accingermi insieme a mia madre a iniziare le lunghe preparazioni del nostro piatto della Pasqua che ha come protagonista proprio il quinto quarto!!!
Un piatto che mangio volentieri, che amo, che senza di esso, oserei dire, non sarebbe Pasqua.
E allora le mie lampadine che luccicavano, il mio sorriso ritrovato che ormai era tanto più cupo quanto più si avvicinava il 28.
E allora lo propongo per la sfida dell'MTC del mese di aprile ringraziando Cristiana e quanti ogni mese condividono con me questa bella avventura!
Non conosco questo piatto...da noi la menestra maritata si fa a natale con la gallina...il tuo è un piatto semplice e povero nel concetto ma elaborato e ricco nella pratica, uno di quei piatti che parla di tradizione contadina e di un modo di rendere ricco una pietanza fatta, in fondo, con gli scarti.
RispondiEliminaPensa Rosaria che in salumeria quando compravo il pecorino una signora di Napoli non poteva crederci che una ricetta con lo stesso nome fosse così diversa dalla sua e si è incuriosita così tanto che ho dovuto spiegarle subito minuziosamente tutti i passaggi. Lei mi diceva che a Napoli si usa farla anche per santo Stefano, mentre noi usiamo prepararla anche per il lunedì in albis
EliminaConfermo quanto dice Rosaria, a precisare quanto sia variegata la nostra bella terra campana,. ti faccio i miei complimenti di vero cuore cara Antonietta, sono proprio felice che abbia vinto una ricetta come la tua che è quasi un rito!
EliminaBrava davvero!
un caro saluto
dida
Ciao! accipicchia che piatto tradizionale questo! ricchissimo di ingredienti non poi così scontati e davvero completo! Ammettiamo di non amare molto le interiora, ma certo così preparate, anche noi non ci faremmo certo pregare per assaggiare la tua ricetta! complimenti, l'hai realizzata alla perfezione!
RispondiEliminaun bacione
Realizzata però con la supervisione e il supporto della mia mamma
EliminaBella, spero di assaggiarla prima o poi... in casa mia non si è mai usata, e per me resta una sconosciuta... :)
RispondiEliminaAllora risolto il dilemma: oh mamma casa preparo?
EliminaGrazie Teresa
Belle le tradizioni, Belli le ricette che diventano racconti, ricordi, piatti *buoni* per persone che portano rispetto al cibo e a chi lo cucina,
RispondiEliminaInsomma, una minestra che ricorda (vagamente) la nostra cassoeula. Volevo prepararla anch'io ma non ho avuto tempo a sufficienza e questi piatti vogliono tempo e pazienza.
Brava Antonietta. Bellissima lezione sulla tua terra, sull'amore che le dimostri e... su un piatto degno di un banchetto di nozze.
A presto
Nora
Da quando curo questo mio piccolo angolo virtuale sto rivalutando i piatti tradizionali
EliminaQuesto è uno di quei post da salvare. Amo le tradizioni (anche se poi sono la prima a non rispettarle ma mi piace sapere che ci siano!) e amo le ricette delle tradizioni, soprattutto.
RispondiEliminaSarà anche ipercalorica... ma io mi ci ficcherei tutta dentro! Altro che dieta e prova costume.. farei il sacrificio di mangiarmela anche tutti i giorni!! :D :D
Guarda io in cucina mi sento creativa ma poi quando si tratta di elaborare un post mi scopro molto spesso una tradizionalista.E sai una cosa? Anche io mi sono detta che questo post è da salvaguardare e msgari da perfezionare
Eliminae pure qui da me è tradizione vabbe' io e te non siamo lontane ( benevento -marcianise ) io non ne posso fare a meno con la meestra quella della mia campagna l'unica cosa che noi non mettiamo uova e mia nonna l'accompagna con della polenta fatta a pizza coroccante croccante e sottile mamma miaaaa
RispondiEliminaSì è tradizione in tutta la Campania e penso anche buona parte del sud, ma quella di Marcianise ha proprio la tipicità di essere con le uova.Poi anche la nnoglia e la salsiccia di polmone sono tipicamente marcianisani.Comunque un bel confronto a tavola tra campani mi piacerebbe tanto!
EliminaDa togliere il respiro, per quanto è bella! io il quinto quarto non iresco a mangiarlo ma per quella menestra col pecorino farei follie! Bravissima!
RispondiEliminaSi Maria Grazia anche io ho faccio cosi, però sinceramente quest 'anno sarà stato lo spirito dell Mtc, mi è capitato qualche pezzettino di nnoglia in bocca nascosto tra la verdura e per la prima volta non ne ho fatto un dramma
Eliminae' la terza volta che passo di qui, perchè anche se so di non avere il tempo che mi serve per studiare questa ricetta per bene, dall'altro non resisto a non leggere: come sempre capita con te, mi apri un mondo su una cucina ch praticamente non conosco e che si rivela ogni volta una miniera di tradizioni e di soluzioni straordinariamente ingegnose, tipiche sì della cucina povera, ma anche e soprattutto della tua gente. Ora, io non so se avrò mai l'occasione di prepararla, una minestra così: ma di sicuro cercherò l'occasione di assaggiarla, cosa che non avrei mai fatto prima di questo post e che ora farò, con aspettative che so che non saranno deluse. Sel'MTC è anche una piccola operazione culturale, è a post come questo e a personecome te che lo dobbiamo. Grazie, ma non sai quanto...
RispondiEliminaMa dove potrai mai assaggiarla se non vieni qui giù da noi? Saremo a prepararla Pasquale ed io.Poi magsri potrai assaggiare anche lr versioni di Fabio e Annalu, di Rosaria, di Veronica
Eliminae di tanti altri appassionati dell'Mtc.Anzi ti propongo una cosa Ale, facciamo una sfida nella sfida:tutte le versioni della minestra maritata in tutte le declinazioni possibili
Ho dovuto rileggere più volte questo piatto per cercare di comprenderne a fondo la complessità..credo che sia uno di quei piatti che può esser fatto solo da chi lo ha vissuto in casa propria, da chi lo vede preparare da sempre...probabilmente non lo cucinerò mai, ma vorrei tanto poterlo mangiare in "terra felix". Oltre alla preparazione sono gli stessi ingredienti a dare forza e a rendere unico il tutto...sono proprio felice e quasi emozionata per la tua conversione di Damasco, per averti aperto uno spiraglio e fatto venire in dubbio. Hai arricchito di molto questo MTC...grazie mille e ripasserò senza la frenesia di questi ultimi giorni per riassaporare il tutto
RispondiEliminaGcristiana cara con questo tuo commento ormai il mio sogno di una grande tavolata con tutti voi si è trasformato in un desiderio da realizzare con lo stesso spirito di una bambina che non vede l'ora di scartare un regalo . Grazie
EliminaAmo questo piatto all'infinito, ed ogni anno il giorno di Pasqua si ripete il rito.Si la mangio una volta l'anno e solo quel giorno e mangio solo questo piatto.I piatti importanti devono essere desiderati e questo lo e'.
RispondiEliminaPer me questo e' il 5/4 completo per eccellenza, ci sta un po' di tutto .
Preparazione perfetta e io avrei scritto minestra maritata di puzzaniello, in quel rione i sapori sono un altra cosa :-)
:-)
Questo signore è uno di quelli che (a differenza di me) mangia la minestra maritata da sempre e con tutto il quinto quarto compreso fino a tal punto da sentirsi talmente pieno da non farcela ad alzarsi da tavola. Ed è anche grazie a lui che ho riscoperto e imparato ad amare i piatti tradizionali della mia terra. Quando ci siamo conosciuti mi destreggiavo tra cocotte, terrine e verrine ma lui mi diceva che io amavo la tradizione più di quanto ne fossi consapevole, e da lì è cominciata una presa di coscienza ancora in corso.
EliminaGrazie amico-blogger-cugino-marcianisano doc.
Ma grazie a te Antonietta, ogni tuo post (non solo quelli per l'MTC) è sempre pieno di passione, amore e sapienza. Anche io ho avuto le tue perplessità quando è stato annunciato il tema del mese, ma sicuramente non come te sono riuscita a proporre una ricetta così articolata, piena di cura, amore e rispetto per la tradizione e per la materia prima. Mi piacciono moltissimo le ricette per cui bisogna iniziare diversi giorni prima, se si decide di prepararle occorre abbandonare finalmente ogni corsa, ogni distrazione e concentrarsi solo su quello, rallentare e gustarsi tutta la preparazione. E' la cosa che preferisco quando cucino: non tanto la meta finale, quanto il cammino che conduce ad essa. Sei fantastica, punto. Un bacione enorme! Francy
RispondiEliminaSei fantastica tu che cogli sempre l'essenziale e l'anima che si cela dietro una preparazione ed è fantastica l'atmosfera che si respira in casa MTC, dove ci sono persone, come te, che si stimolano e si arricchiscono vicendevolmente, con umiltà e sincerità.
EliminaCiao Antonietta :)
RispondiEliminaArrivo a te proprio tramite l'MTC e mi fa piacere scoprire una blogger campana.
Ho letto con piacere la tua versione della minestra maritata, perché è una di quelle ricette antiche e povere dalle mille varianti e mi piace conoscere analogie e differenze fra le varie zone. Ho letto un po' anche da alcune fonti antiche per capire in origine come era, tra gli altri, ne parlano Ippolito Cavalcanti e Vincenzo Corrado. A me piace molto, anche se preferisco versioni non esageratamente grasse. Tra l'altro nelle mie zone (Vesuviano) si usa farla pure a Natale. Ugualmente si usano i due tipi di salsiccia di interiora, però chi ti ha detto che la salsiccia di polmone non si produce più per motivi sanitari ti ha detto una cosa errata. Anche se difficile da trovare, la salsiccia di polmone è ancora prodotta tanto che è tutelata dalla regione campania come prodotto agroalimentare tipico. Puoi leggerla qui : http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/prodotti_tradizionali.htm
Mi aggiungo volentieri ai tuoi lettori
Buona serata
AngelaS
Ciao Angela, grazie mille per lassegnalazione del link; è un sito che conosco bene e che consulto spesso; ma non gradendo la salsiccia di polmone probabilmente sono stata un po superficiale a riguardo. Mi ha fatto molto piacere di tua visita, perché lo scambio e il confronto sono una ricchezza di cui fare tesoro. Spero un giorno di poterti abbracciare di persona. Ciao
EliminaAntonietta solo il sanguinaccio e' vietato per motivi sanitari.In poche parole le grosse industrie vogliono che i maiali non vengano cresciuti in porcilaie come una volta perche' il mercato deve essere solo il loro.
EliminaPensa la mia ricetta sul sanguinaccio era illegale !!!!! :-)
:-)
Hai ragione, probabilmente mentre scrivevo il post mi confondevo proprio con questo.Bhe proprio questa è la testimonianza del mio recente riavvicinamento.
EliminaPasquale ha già detto tutto ;-) Il polmone viene regolarmente timbrato dal veterinario che l'approva prima di farlo uscire dal macello e ovviamente tutto quello che esce dal macello è attualmente "legale" ;-)
Eliminabuona giornata
p.s. vedi quanto è utile il confronto? mi hai incuriosito con quello che tu chiami "salato" e che io ignoravo completamente, ho cercato notizie e ho scoperto che: qui si fa uguale, si chiama uguale, si mangia uguale e ... anche io l'ho mangiato anni fa ;-) grazie a te ho saputo tutto ciò!!!
piuttosto differente da quella conosciuta e che era in uso sia a natale che a pasqua.
RispondiEliminaOrmai introvabile, ma spero d'incapparci prima o poi...
Maria dai la facciamo una minestra maritata day?
Eliminasiii, a casa mia non si usa, io ho assaggiato solo quella di Rosanna Marziale e l'ho trovata buonissima!
Elimina"Preparazione lunga e complessa, opulenta e calorica, fortemente radicata in questa mia terra di grandi contraddizioni" Già la presentazione è una dichiarazione d'amore che non può lasciare indifferenti... Non ho mai assaggiato nulla di simile, ma la passione che ci metti nel raccontarla mi incuriosisce parecchio...Buona giornata Antonietta
RispondiEliminaDani
Grazie Daniela per aver sottolineato un aspetto a me molto caro
EliminaMoltissimi complimenti per la ricetta e la vittoria!! Bravissima!!
RispondiEliminaCongratulazioni vivissime per la meritata vittoria!!! :-D
RispondiEliminaBravissima Antonietta!! Splendida ricetta e vittoria meritatissima! Non vedo l'ora di scoprire su cosa ci farai sfidare....Tranquilla, respira....respira....tra un mese sarà tutto finito....respira....respira.....
RispondiEliminacomplimenti!!! vittoria stra meritata!!
RispondiEliminabrava!!
ma dai.. io non avevo visto la tua ricetta ma ti faccio i miei complimenti per la preparazione!! Una grandissima competenza, davvero bravissima e vittoria più che meritata!!!
RispondiEliminaCongratulazioni!!Vittoria meritatissima
RispondiEliminaUna ricetta che merita il podio e anche la standing ovation, solo una grande passione per le tradizioni, per la propria terra e per le materie prime poteva vincere.
RispondiEliminaComplimenti davvero :)
Brava brava bravaaaa!! Sono troppo contenta che tu abbia vinto!!! Complimenti perché la tua ricetta è veramente splendida, commuovente, che sa di quei sapori di una volta :)
RispondiEliminaCara Antonietta, sulla meraviglia di questa ricetta avevo già espresso la mia di là, trovandola incredibilmente rappresentativa e speciale. Leggendo il tuo post adesso, non posso che trovarmi d'accordo con la decisione del terzo giudice e per la tua meditata conversione, conversione che tu non avevi bisogno di fare visto che la tua esperienza già la conteneva (ed è tutto dentro questo piatto). Sono felice, tanto e festeggio con te con il cuore (ma anche con tutti gli altri organi interni ;) ). Un forte abbraccio e bravissima davvero. Non vedo l'ora di sapere cosa ci riserverà la tua sensibilità e bravura. Pat
RispondiEliminaCiao Antonietta! Vittoria meritatissima. Conosco la ricetta essendo campana (e neanche tanto lontana da te) e so quanta fatica costa la sua preparazione. Mia madre avrebbe fatto i salti mortali per questa, sapessi quanto le piace. Purtroppo è l'unica in famiglia a consumarla e vista la lunga a laboriosa preparazione non se la prepara mai. Vuoi vedere che il tuo bellissimo post mi farà venire voglia di cucinarla io per lei???!!!
RispondiEliminaSono contenta per te e molto curiosa di sapere cosa ci proporrai per la nuova sfida.
Buona serata.
Quanto mi dispiace non averla letta peima la tua ricetta, sono sicura che l‘avrei considerata immediatamente come una possibile candidata alla vittoria. Sei stata bravissima, hai interpretato questa difficile sfida al meglio e ti sei meritata assolutamente il primo posto. Un abbraccio grande!
RispondiEliminaTantissime congratulazioni! Una ricetta che centra davvero l'obiettivo della sfida di questo mese! =)
RispondiEliminaMe feliceeeee! bravissima Antonietta!!!!! che emozione!!
RispondiEliminaStracomplimenti per la tua vittoria!!!
RispondiEliminaPiacere di conoscerti Antonietta e davvero complimenti per la vittoria!!
RispondiEliminaCiao
Silvia
complimentissimi :)
RispondiEliminasono sicura che proporrai una ricetta fantastica!
Complimenti!!! Una ricetta che fa parte di una storia e tradizione che non è del tutto persa, grazie a persone come te!
RispondiEliminaCiao
Isabel
Complimenti! Pensa, io non sarei mai riuscita neanche solo a comprare, i 'pezzi' che ti sono serviti….
RispondiEliminaattendo con ansia e curiosità la tua nuova ricetta!
Caspita, che lavoro! Complimenti!
RispondiEliminaQuel drago della Cri ci vede sempre giusto!!!!!
RispondiEliminaMi tocca ringraziarla una seconda volta.
Non fosse per la sua attenzione e per averti incoronata vincitrice mi sarei persa anche questa ricetta, come , miseramente, devo ammettere d'aver questo mese perso la maggior parte delle vostre creazioni, peraltro pazzesche!
Caspita.....che colpo da maestra.
Qui, per me, c'è tutto da imparare.
Bravissima, una volta di più:))))
Congratulazioni Antonietta!! Hai fatto un gran lavoro, in quanto a fatica e in quanto al risultato!! Bravissima!!
RispondiEliminaVera
Complimenti Antonietta, ricetta davvero speciale e post fantastico, non lo avevo ancora letto!!
RispondiEliminaVittoria strameritata!! mi raccomando con la scelta della prossima sfida... ci fidiamo di te! un bacio!
Bravissima Antonientta! Che lavorone! Complimenti per la vittoria, che hai davvero meritato.
RispondiEliminaA presto con la tua sfida!
:-*
Complimenti per la vittoria, assolutamente meritata. Ci hai fatto conoscere un piatto della tradizione complesso e ricco. Aspetto con ansia la tua proposta, sono sicura che anche questo mese la sfida sarà fantastica!un bacio
RispondiEliminaPer quanto abbia girato in largo e in lungo l'Italia in quasi 50 anni non tutto ho trovato o scoperto e questo non lo onoscevo per niente. Forse perchè non era Pasqua....:-))
RispondiEliminaFavoloso il piatto ma credo che si possa solo mangiare li da te qui a Trieste tutte queste cose del maiale ecc. ma sopra tutto freschi manco con il lanternino e la menestra rimane una sconosciuta.
Bravissima la vittoria è ben meritata.
Qui a Trieste la Paqua non è tale se non ce la gelatina la vendono anche nei grandi supermercati ovviamente con i pezzi che fanno la gelatina all'interno. Tanti la fanno a casa e poi serve per mangiare assieme ad altro. Il tutto poi seguito dalla "pinza" una sorta di pan dolce non tanto dolce che viene mangiato assieme al prosciutto cotto quello nostro chiamato di Praga rigorsamente tagliato a meno.
Paese che vai usanza che trovi ed io del tuo piatto sono un entusiasta che venga per una Pasqua dalle tue parti... mai dire mai. Buona domenica.
Ti ho conosciuta da Pasquale ( i sapori del mediterraneo ) e sono davvero contenta di entrare nel tuo blog. Anche io come te cerco di riproporre i piatti tradizionali della mia Calabria, soprattutto quelli che ormai nessuno conosce o non vuole conoscere. Pure da noi si fa una minestra maritata, diversa logicamente dalla tua, ma ugualmente gustosa, perchè fatto con il cuore. Mi unisco ai tuoi lettori.
RispondiEliminaNon si può non rimanere affascinati dalla competenza, umiltà e pazienza con cui ti sei occupata di questi pezzi di carne, a dimostrazione che non è il taglio più o meno pregiato a rendere interessante una pietanza, in me hai suscitato emozione e rispetto. Anche io mi unisco al coro delle napoletane, e la minestra l'ho sempre mangiata a Santo Stefano, però spero nel campanilismo regionale e vorrei festeggiare la tua vittoria con una bella pizza :) ... intanto complimenti ;)
RispondiEliminaciao Antonietta,
RispondiEliminasiamo volate solo ora sulla tua Minestra maritata di Marcianise (che già dal nome ha
la sua poesia!!!) e scopriamo che ha vinto la sifda MTC
felici...felici...felici per te, per la tua mamma e per le tradizioni della tua terra.
Un bacio grande Antonietta dalle 4 apine
antonietta mi sento come se avessi vinto anche io
RispondiEliminahip hip urraaaaa''''
che bello scoprire una blogger campana! complimenti per la vittoria meritatissima...noi mangiamo sempre la minestra maritata a natale ma con la gallina!
RispondiEliminaun abbraccio
giorgia